Ha solo 11 anni: la mamma del minore dell'auto pirata si difende in lacrime

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La madre di uno dei quattro ragazzini minorenni coinvolti nella tragedia che ha tolto la vita a Cecilia De Astis si è presentata al comando della Polizia locale di Milano con gli occhi pieni di lacrime e un accento slavo marcato.

«Mio figlio... ha undici anni...» ha detto, con voce rotta dall’emozione. La donna, visibilmente provata, ha ammesso di aver pianto dall’alba per quel che è successo: «Per mio figlio. E per la signora che è morta. Cosa posso dire... non so davvero. Sono sotto choc».

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Parlando con apparente sincerità, ha raccontato di aver appreso i dettagli dell’incidente soltanto la notte precedente: «Me l’ha raccontato mio figlio... erano usciti al mattino insieme, a piedi. E sono tornati tardi. Eravamo preoccupati... all’inizio non hanno detto niente. Poi, stanotte, si sono messi a piangere. Mi hanno raccontato della tragedia, dell’incidente».

Alla domanda su cosa cosa potesse aver capito suo figlio della gravità dell’accaduto, la madre ha risposto: «Quello che hanno fatto... sono bambini, non sono adulti, cosa capiscono».

Sul destino del minore – come degli altri tre coinvolti – il quadro resta complesso: tutti sono stati riaffidati alle famiglie dopo le prime ore di accertamenti, poiché non imputabili penalmente, essendo sotto i 14 anni. Le autorità stanno valutando se possano essere necessarie altre misure, in particolare in ambito civile o di tutela, per garantire sicurezza e responsabilità, anche in assenza di un processo penale.

La vicenda, che ha scosso il quartiere Gratosoglio, riapre il dibattito sull’età della responsabilità, la sicurezza stradale e il ruolo dei genitori nel sorvegliare i figli nei contesti marginali.