Zuckerberg avverte: chi non indossa smart glasses sarà in svantaggio cognitivo

Zuckerberg ha sostenuto che gli occhiali intelligenti rappresentano la forma ideale per l’interazione con l’AI, poiché consentono all’intelligenza artificiale di vedere ciò che vediamo, sentire ciò che sentiamo e comunicare con noi durante tutta la giornata.
Nel corso della presentazione agli investitori, ha ribadito che aggiungere un display a questi occhiali—come nei futuri modelli AR Orion o nelle versioni più compatte per uso quotidiano—potenzia ulteriormente le capacità del dispositivo.
Secondo Zuckerberg, nel giro di pochi anni chi non indosserà occhiali con funzionalità di AI o altri strumenti per interagire con l’intelligenza artificiale rischia di ritrovarsi a un notevole svantaggio cognitivo rispetto agli altri utenti.
Meta ha già lanciato sul mercato gli Ray-Ban Meta smart glasses e una linea di occhiali Oakley in collaborazione con EssilorLuxottica. Questi dispositivi permettono di ascoltare musica, scattare foto o video e chiedere informazioni all’AI su ciò che si vede.
La divisione Reality Labs, dedicata a questi progetti, ha registrato perdite operative pari a 4,5 miliardi di dollari solo nel secondo trimestre, ma le vendite degli occhiali Ray-Ban Meta sarebbero triplicate anno su anno, contribuendo a una crescita del 5 % nei ricavi della divisione.
Nonostante le sfide tecnologiche, i dubbi sul design e le questioni legate alla privacy, Zuckerberg resta fermamente convinto: gli occhiali intelligenti diventeranno il dispositivo informatico primario del futuro, fondendo mondo fisico e digitale perché l’AI sarà integrata nella nostra percezione quotidiana.
Per il visionario CEO di Meta il passaggio agli smart glasses non è solo una questione di comodità, ma un potenziale spartiacque tra chi sarà dotato di strumenti cognitivi avanzati e chi rimarrà indietro nel nuovo ecosistema dell’AI personale.