Corea del Sud in stato di emergenza: legge marziale imposta, esercito blocca il Parlamento
In Corea del Sud è stata dichiarata la legge marziale, con l'esercito che ha bloccato l'accesso al Parlamento e scontri in corso tra manifestanti e forze dell'ordine a Seul. Il presidente Yoon Suk Yeol ha annunciato la misura con un discorso televisivo, definendola indispensabile per proteggere il Paese da "forze comuniste" e "elementi anti-stato". La tensione è esplosa in seguito al conflitto con il Partito democratico, che detiene la maggioranza parlamentare, sulla legge finanziaria.
Nel suo intervento, Yoon ha accusato l'opposizione di paralizzare il governo per proteggere i propri leader da indagini giudiziarie e di voler sovvertire il sistema democratico liberale. Subito dopo l'annuncio, i militari hanno sospeso le attività parlamentari, affermando che il governo sarà temporaneamente sotto controllo militare. Il presidente ha promesso di "ristabilire la normalità" eliminando le forze anti-stato, accusando l'opposizione di trasformare il Paese in un "rifugio per la droga".

I militari, guidati dal generale Park An-soo, hanno vietato tutte le attività politiche, incluse manifestazioni e pubblicazioni non autorizzate. I media sono ora sotto controllo militare, con pene severe per chi diffonde fake news o partecipa a proteste. Le immagini trasmesse dalla televisione di stato mostrano poliziotti e militari che respingono i cittadini mentre cercano di entrare nell'edificio del Parlamento.
Il leader dell'opposizione Lee Jae-myung ha esortato i parlamentari e i cittadini a radunarsi fuori dal Parlamento per opporsi alla legge marziale. La normativa sudcoreana prevede che il provvedimento venga revocato solo con il voto della maggioranza parlamentare, ma vieta l'arresto dei deputati sotto la legge marziale.
Intanto, gli Stati Uniti, attraverso il Consiglio per la sicurezza nazionale, stanno monitorando la situazione, come riferito dal giornalista Barak Ravid sul social X.
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