Giovane di 19 anni ucciso a Napoli: la madre di GiòGiò denuncia l'escalation di violenza tra i minori
Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo, noto come GiòGiò, il giovane musicista ucciso nell'agosto 2023 a Napoli, ha espresso profonda preoccupazione per l'aumento della violenza tra i minori, commentando la recente morte di Santo Romano, 19enne ucciso a San Sebastiano al Vesuvio da un 17enne.

"Non sono andata al presidio, non me la sentivo, è troppo pesante. Questa storia è devastante", ha dichiarato Di Maggio all'Adnkronos. Ha ricordato un video realizzato dai bambini di Barra, in occasione della dedica di una stanza del teatro a GiòGiò, intitolato 'Chi ha osato sporcare le mie sneaker bianche'. "In questo rap c'è proprio la sintesi della morte infame per una scarpa, per un becero materialismo, di un ragazzo che fa da paciere come GiòGiò e come Santo. È tutto assurdo, io sono scossa, sto malissimo", ha aggiunto.
Di Maggio ha sottolineato come, già dal giorno successivo alla morte di suo figlio, avesse avvertito: "Attenzione, noi moriremo per mano di bambini". Per questo motivo, si è battuta per l'introduzione della "Legge Giovanbattista Cutolo", mirata a eliminare la messa alla prova per i minori autori di reati gravi. Ha evidenziato che l'assassino di suo figlio, all'epoca 14enne, aveva già tentato un omicidio ed era stato sottoposto a messa alla prova; terminato il periodo, ha ucciso GiòGiò. Analogamente, il presunto killer di Santo Romano era stato rilasciato dal carcere a maggio, dopo una serie di sconti di pena.
"Dobbiamo capire che in queste carceri non c'è la riabilitazione ma c'è solo il premio", ha affermato Di Maggio, criticando le condizioni dei centri di detenzione minorile, dove i giovani avrebbero accesso a comfort come playstation e corsi vari. "Mio figlio sta in un barattolo e anche Santo finirà come polvere in un barattolo se decideranno di cremarlo e questi non si fanno neanche dieci anni di carcere", ha aggiunto, sostenendo che i minori autori di omicidi efferati dovrebbero essere giudicati come adulti.
Secondo Di Maggio, esiste uno "stile gomorroide" ormai radicato tra i giovani, dove bassi livelli di cultura ed educazione generano ragazzi violenti e arrabbiati. Propone interventi precoci, già prima dei 17 anni, con l'allontanamento dei minori da famiglie con contesti deleteri. "L'intervento va fatto sulle famiglie. Sono indignata perché le soluzioni ci sono. Fino a quando il carcere non sarà rieducativo ma premiale avremo un'inondazione di bambini con le pistole che ci uccideranno", ha concluso.
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