Il regolamento di conti del giornalismo pettegolo e la fine del diritto all’oblio

In un mondo dominato dai social e dalla viralità istantanea, il giornalismo pettegolo si fa sempre più invasivo, mettendo in discussione il diritto all’oblio. Ricordo con gratitudine un’epoca in cui la privacy era rispettata e le emozioni erano vissute senza paura dello sguardo digitale. Piero rappresenta quella spontaneità, un ricordo prezioso di un passato meno plastificato e più autentico.

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Tra le ragioni per cui ringrazio prima e dopo i pasti di aver vissuto nel mondo di prima, di essere stata giovane di quella giovinezza emotiva e incontinente senza telecamere del telefono e screenshot dei messaggi, c’è Piero. Al quale non posso rinfacciare di avermi, nell’estate del 1996, mollata via fax, con un unico fax di risposta alle decine di pagine di fax di mie recriminazioni, fax che essendo giovane e senza vergogna gli mandavo nell’albergo nella campagna inglese in cui si trovava, e se ci ripenso ora mi vedo un portiere che non parla una parola d’italiano che la sera gli consegna tutte queste pagine di deliri e lui che le appallottola senza leggerle e forse muoio di vergogna. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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