Perché Aristofane merita di tornare protagonista nel teatro contemporaneo
A quanto pare, c’è un problema con la commedia antica nel teatro italiano (e non solo). Plauto e Terenzio sembrano completamente dimenticati e anche Aristofane viene rappresentato molto meno dei coevi tragici, al di fuori delle rassegne siracusane. Eppure, almeno Aristofane ha tutte le carte in regola per interessarci ancora oggi e soprattutto per coinvolgere le nuove generazioni di questo tribolato inizio di millennio. Quando cominciò la sua carriera teatrale aveva appena 19 anni. Era un adolescente che reagiva con rabbia alle storture della vita pubblica ateniese. Protesta, da vero pacifista, contro la Guerra del Peloponneso e i suoi nefasti effetti; se la prende con i politici demagoghi (oggi diremmo populisti); detesta la pericolosa moda dei Sofisti, fautori di quella che oggi si chiama “post-verità”; inventa soluzioni fantasiose per evadere da un presente insopportabile; si affida a una inesauribile verve comica per “carnevalizzare” la realtà e instaurare provvisori, utopici, mondi alla rovescia. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it
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