Gli studenti imparano a voler bene a qualcuno se qualcuno ha voluto bene a loro

Concordo appieno con quanto sostenuto ieri da Massimo Recalcati su Repubblica, ossia che l’educazione affettiva non si possa insegnare a scuola come una qualsiasi materia, ad esempio la grammatica. Aggiungo anzi che bisognerebbe insegnare l’educazione affettiva – e in genere l’ormai vetusto concetto di  avere rispetto degli altri, comprenderne le scelte e soprattutto lasciarli in pace – esattamente come a scuola si insegna la grammatica. Non sono impazzito, né è un paradosso. Quando si va a scuola, ci sono infatti due modi uguali e contrari di imparare qualcosa, compresa la grammatica. Nel primo, il docente prende un manuale, o un suo equivalente, e ne riversa i contenuti sugli studenti, i quali li imparano più o meno a memoria e li ripetono più o meno meccanicamente, conficcandoseli nella testa in modo più o meno solido e mirando a prendere un voto più o meno alto. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it

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