L' Italianità dei Dannati bevitori oltre Le città di pianura
Sul muro accanto al bancone di quell’osteriola a pochi minuti a piedi dal Piave, tra due quadrati di vetro tenuti assieme da quattro listelle di legno c’erano poche frasi. “Bevo par bevar, mia par altro un goto drio l’altro no par star ben no par scampar daea vida par bevar la vida un goto drio l’altro par bevar, mia par altro” Erano scritte in un corsivo sghembo su un tovagliolo stropicciato di carta ingiallita dal tempo. Non c’era firma. Dicevano però che le avesse scritte Goffredo Parise, lo scrittore, che a quella osteriola ci passava spesso per una bevuta, per una partita a carte, per qualche parola soltanto accompagnata da un bicchiere, anzi un goto, di rosso. 🔗 Leggi su Ilfoglio.it
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