Péter Magyar vuole sfidare il potere dell’autocrazia ungherese

«Tu quoque, Brute, fili mi!», disse Giulio Cesare prima di esalare l’ultimo respiro, mentre veniva pugnalato a morte dai congiurati, nella cui ressa di volti riconobbe quello di Marco Giunio Bruto. Se alle elezioni politiche ungheresi dell’aprile 2026 dovesse vincere Péter Magyar, leader del partito Tisza, Viktor Orbán potrebbe gridare una frase simile: «Tu quoque, Péter». L’ascesa di Magyar, come riconosce Yaroslav Trofimov in un lungo articolo pubblicato dal Wall Street Journal, ha tutti i tratti di un dramma shakespeariano. Innanzitutto, il “Giulio Cesare”: per più di vent’anni, Péter Magyar ha militato nelle file di Fidesz, il partito di cui Orbán è presidente. 🔗 Leggi su Linkiesta.it

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