Perché ho voluto portare mia figlia di due anni davanti al monumento di Capaci

Voglio portare mia figlia di due anni davanti al monumento di Capaci, perché desidero trasmetterle il valore della memoria e della storia che ha segnato la nostra terra. Ricordo le nostre visite in Sicilia con mia moglie, e quel giorno con Valentina mi è sfuggito di poterle raccontare, con più consapevolezza, l’importanza di questi luoghi e di ciò che rappresentano per noi.

di Leonardo Botta Mia moglie e io siamo stati in un paio di occasioni, per vacanza, nel palermitano. Nell’ultima, quando facemmo tappa a Capaci, c’era con noi nostra figlia Valentina, all’epoca una donnina di annidue. Lì, pensai, mi sarebbe piaciuto che Valentina fosse un po’ più grande, per poterle raccontare il significato di quelle lapidi color ruggine che si ergono, dopo le stragi del ’92, ai lati dell’autostrada A29 Palermo-Mazara. Anni dopo andai a vedere il film (un capolavoro) diretto e interpretato da Pierfrancesco Diliberto, in arte Pif, La mafia uccide solo d’estate; nelle scene conclusive del quale, il protagonista Arturo e la moglie accompagnavano il figlioletto, sin dalla sua tenerissima età, alla visita delle lapidi di Filadelfio Aparo, Boris Giuliano, Pio La Torre, Mario Francese, Carlo Alberto Dalla Chiesa e sua moglie Emanuela Setti Carraro, Rocco Chinnici. 🔗Leggi su Ilfattoquotidiano.it

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