Dalle auto alla geopolitica Così l’industria tedesca mira alla difesa e allo spazio

C’è una Germania che guarda nuovamente allageopolitica, ma lo fa con i piedi ben piantati a terra e gli occhi puntati sullo spazio. Una Germania che, mentre cerca di lasciarsi alle spalle la monocultura dell’auto, riposiziona la propria industria al centro delle grandi filiere strategiche continentali. È qui che si inserisce la traiettoria di Rheinmetall, colosso della difesa che negli ultimi mesi si sta facendo principale alfiere europeo della riconversione industriale. Dagli impianti automobilistici riconvertiti alla produzione di blindati alla creazione di nuove linee produttive per i satelliti, Berlino sembra determinata a fare sul serio. Un passaggio silenzioso ma profondo, che dice molto su come la Germania stia cercando di rimettere in moto la sua macchina produttiva.Il cambio di passo si legge nelle scelte concrete. 🔗Leggi su Formiche.net

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Multe congelate, la «piena neutralità tecnologica come principio fondamentale» in vista del 2035, sostegno alla produzione di batterie Made in Europe. Al termine della riunione del Dialogo strategico sul futuro del settore automotive, Ursula von der Leyen ha di fatto annunciato la marcia indietro dell’Ue sulle follie green che hanno messo in ginocchio il comparto auto e che rischiavano di affossarlo definitivamente. 🔗secoloditalia.it

Donald Trump chiede al Canada di «sospendere immediatamente» i «vergognosi» dazi sui prodotti caseari, che «sono tra il 250% al 390%» e colpiscono i coltivatori americani. E minaccia che se «questi e altri dazi imposti da tempo non saranno aboliti, io aumenterò dal 2 aprile in modo sostanziale i dazi sulle auto che entrano negli Usa che essenzialmente, chiuderà in modo permanente l'industria automobilistica in Canada». 🔗iltempo.it

Saranno i consumatori statunitensi a pagare lo scotto dei dazi con cui il presidente Usa Donald Trump vuol “punire” Messico, Canada e Cina per l’export negli Usa del fentanyl o delle sue componenti chimiche e l’immigrazione clandestina. Il meccanismo è semplice: le tariffe sono l’equivalente di una tassa sui beni importati, ma le aziende produttrici tendono a pagarne solo una parte e scaricare il resto sull’acquirente sotto forma di prezzi più alti. 🔗ilfattoquotidiano.it

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Terre rare, Occidente dipendente dalla Cina: un rischio geopolitico; Draghi, obiettivo industria o transizione? I casi di fotovoltaico e auto elettrica; L’industria europea delle batterie elettriche nell’attuale contesto di mercato e geopolitico; L’industria tedesca dell’auto è in crisi: ecco perché. 🔗Aggiornamenti pubblicati da altri media