Salvini difende la stretta di mano all'ambasciatore russo, opposizioni in rivolta

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«Preferisco una stretta di mano a uno sguardo rabbioso». Con queste parole il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini, intervistato a Telelombardia, ha risposto alle critiche seguite alla sua presenza al ricevimento organizzato a Roma dalla Cina per celebrare il 76° anniversario della Repubblica Popolare Cinese e i 55 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina. In quell’occasione, Salvini ha incontrato l’ambasciatore della Federazione Russa in Italia, Alexei Paramonov.

«Ho salutato l’ambasciatore russo come ho fatto con decine di altri ambasciatori – ha spiegato Salvini –. Ero invitato, come altri ministri, a una festa dedicata alle relazioni tra Italia e Cina. Erano presenti parlamentari del Pd, di Fratelli d’Italia, di Forza Italia e numerosi diplomatici. Quando si è ospiti, si saluta chi è presente: ho stretto la mano all’ambasciatore russo, a quello spagnolo e a tanti altri rappresentanti diplomatici, anche italiani. È giusto così se si vuole mantenere un dialogo».

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Le reazioni delle opposizioni non si sono fatte attendere. «La stretta di mano di Salvini all’ambasciatore di Putin è una vergogna per l’Italia. Chiedo che il governo prenda subito le distanze e riaffermi con chiarezza la linea di condanna del regime di Mosca e di sostegno all’Ucraina», ha scritto su X il senatore del Pd Filippo Sensi.

Durissimo anche Riccardo Magi, segretario di +Europa: «Il vicepresidente del Consiglio italiano, leader di un partito della maggioranza di governo, abbraccia l’ambasciatore russo, rappresentante di un Paese che ha invaso l’Ucraina, ucciso civili, rapito bambini e violato lo spazio aereo Nato. Il vero problema non è la contrapposizione tra il fronte orientale e quello mediterraneo, ma il fronte interno: avere al vertice del governo un vicepresidente che simpatizza apertamente per Putin. È incomprensibile come i ministri Tajani e Crosetto possano accettarlo, ed è assurdo che lo tolleri la premier Meloni».

Sulla vicenda è intervenuto anche Davide Faraone, vicepresidente di Italia Viva, ospite ad Agorà: «Lo scontro tra Salvini e Crosetto è un problema per il Paese e mina la credibilità dell’Italia. Così come è un problema vedere Salvini abbracciare l’ambasciatore russo mentre i nostri militari si trovano a respingere droni russi in Polonia. Servono investimenti nella difesa, ma l’allineamento a Trump ci ha indeboliti, senza aver esplorato la possibilità di un esercito unico europeo in ambito Nato. Risorse che avremmo potuto destinare a una manovra economica che, ancora una volta, non prevede né tagli alle tasse né investimenti in sanità».