Neonato trovato morto nella culla termica di una chiesa a Bari

Nella chiesa di San Giovanni Battista nel quartiere Poggiofranco di Bari, è stato rinvenuto il corpo senza vita di un neonato all'interno della culla termica. Il piccolo, vestito e avvolto in una copertina celeste, è stato scoperto da un operatore di un'agenzia funebre presente per una funzione religiosa, che ha notato il neonato mentre mostrava la culla a un collega.

La culla termica, installata nel 2014 per offrire un luogo sicuro dove lasciare neonati in difficoltà, è dotata di sensori collegati al cellulare del parroco, don Antonio Ruccia. Tuttavia, in questa occasione, l'allarme non è scattato. Don Ruccia ha dichiarato: "Il mio cellulare collegato alla culla non ha squillato". Si ipotizza che il mancato allarme possa essere dovuto al fatto che la porta del locale fosse rimasta aperta o che il neonato fosse già privo di vita al momento del deposito.

neonato trovato

Sul posto sono intervenuti gli agenti della Squadra Volante e della Squadra Mobile della Questura di Bari, insieme alla Scientifica, per effettuare i rilievi del caso. Le indagini sono in corso per identificare chi abbia lasciato il neonato e determinare se fosse già deceduto al momento del ritrovamento. Gli investigatori stanno esaminando le registrazioni delle telecamere di sorveglianza della zona per raccogliere ulteriori elementi utili all'inchiesta.

Presente sul luogo anche il professor Biagio Solarino dell'Istituto di Medicina Legale del Policlinico di Bari. È probabile che venga disposta l'autopsia sul corpo del neonato per chiarire le cause del decesso. La culla termica della chiesa di San Giovanni Battista era stata utilizzata in precedenza per accogliere neonati in difficoltà. Nel luglio 2019, un bambino era stato lasciato nella culla, accompagnato da un biglietto con il nome "Luigi" e indicazioni sulle sue abitudini. In un altro caso, nel dicembre 2023, una neonata di circa dieci giorni era stata trovata nella culla termica della stessa chiesa; il parroco l'aveva chiamata Maria Grazia.

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