Giorgia Meloni delusa dall'UE: a un bivio tra moderazione e la linea dura di Orban

Il Consiglio europeo che deciderà le principali cariche istituzionali potrebbe rappresentare un punto di svolta cruciale per Giorgia Meloni. Dopo aver mostrato un atteggiamento moderato e collaborativo a Bruxelles, la premier italiana si trova ora a un bivio: continuare su questa strada o adottare un approccio più aggressivo, simile a quello del suo alleato Viktor Orban.
Quando Meloni è diventata premier, molti temevano che si sarebbe unita all'ungherese Orban e all'allora premier polacco Mateusz Morawiecki, opponendosi alle decisioni del Consiglio europeo. Contrariamente a queste aspettative, Meloni ha sorpreso tutti mostrandosi ragionevole e diplomatica, riuscendo a guadagnare la fiducia dei leader europei. La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha persino collaborato con Meloni in occasione degli accordi sui migranti con Tunisia ed Egitto, presentati dalla premier italiana come una vittoria per l'Italia.
Nonostante i suoi sforzi, Meloni è stata esclusa dalle recenti trattative sulle nomine delle principali cariche dell'UE. I leader dei partiti popolari, socialisti e liberali, che costituiscono la maggioranza, si sono incontrati più volte senza coinvolgere Meloni, confermando la rielezione di von der Leyen alla Commissione, la nomina del socialista Antonio Costa al Consiglio europeo e della liberale Kaja Kallas come Alto rappresentante.
Questo esclusione ha scatenato la rabbia di Meloni, che ha parlato di mancanza di rispetto nei confronti dell'Italia, terzo Paese per economia e popolazione dell'UE. Ha criticato il metodo e il merito delle decisioni prese, sottolineando il ruolo costruttivo svolto dall'Italia negli ultimi diciotto mesi.
Ora, Meloni potrebbe optare per una linea più dura, simile a quella di Orban e del premier slovacco Robert Fico, che sembrano destinati a votare contro von der Leyen in Consiglio. Tuttavia, un'eventuale opposizione o astensione di Meloni non avrebbe un grande impatto pratico, dato che le nomine vengono decise a maggioranza qualificata.
Il vero nodo resta la tenuta della maggioranza nell'Europarlamento. La coalizione di socialisti, popolari e liberali potrebbe dover contare sull'appoggio dei Verdi per mantenere una maggioranza solida, ma questo potrebbe alienare una parte dei popolari. Von der Leyen potrebbe quindi offrire all'Italia un commissario di peso o una vicepresidenza esecutiva per ottenere il supporto necessario.
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