Le indagini coprono un periodo compreso tra il 2017 e novembre 2021 e si sono sviluppate attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, stalking, videofilm, intercettazioni elettroniche e dichiarazioni di collaboratori di giustizia. I reati contestati sono associazione di tipo mafioso, concussione, usura, uso abusivo del credito, danneggiamento, delitti in materia di armi e munizioni, delitti contro la persona, contro il patrimonio, contro la pubblica amministrazione, traffico di stupefacenti, riciclaggio, riutilizzo di denaro in attività economiche, iscrizione fittizia di beni, scambio elettorale politico-mafioso, aggravato dalle finalità di agevolazione mafiosa. Il lavoro svolto dagli inquirenti è assolutamente straordinario: i boss Cosenza e Rendesi sono stati "spiati" per mesi, con cimici, stalking, filmati video. Un "insetto" è stato addirittura inserito nel soggiorno del maestro Francesco Patitucci. I pm guidati da Nicola Gratteri hanno anche ricostruito l'intera presunta rete economica dei clan, individuando aziende e prestanome e monitorando a distanza movimenti e consegne di denaro.
Tra gli arrestati ci sono anche quattro donne e l'imprenditore Ariosto Artese fratello dell'assessore di Rende e segretario cittadino del PD. Importante a conferma dell'attività investigativa anche il contributo fornito dai collaboratori di giustizia Daniele Lamanna, Adolfo Foggetti, Franco Pino, Anna Palmieri, Celestino Abbruzzese, Giuseppe Zaffonte, Mattia Pulicanò. Indagato nelle vesti del presunto braccio economico del gruppo attribuibile a Roberto Porcaro è l'imprenditore Agostino Briguori, detto "Berlusconi", dell'Alto Tirreno cosentino. Tutte le persone coinvolte nell'indagine protestano innocenti e devono considerarsi tali fino alla conclusione definitiva della questione legale.