Il capolavoro di Flaiano scritto su commissione
Siamo a Milano nell’immediato dopoguerra (1946), due uomini che si stanno rivelando due grandi menti del Novecento stanno passeggiando e chiacchierando per la strada. Il primo, che ha trentasei anni, dice all’altro che vorrebbe riprendere gli studi universitari di architettura. E l’altro, che di anni ne ha quarantuno e a suo tempo ha abbandonato gli studi universitari di giurisprudenza, sorridendo gli dice di lasciar perdere, che l’università non gli serve a niente, ( “tutto quello che NON so l’ho imparato a scuola”, sarà una delle sue frasi famose) e gli suggerisce, anzi lo esorta, a scrivere un romanzo. 🔗 Leggi su Quotidiano.net

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Mio figlio professore (1946) di Renato Castellani
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