Penso a Narges arrestata e Sedigheh impiccata E alla nostra memoria corta sull’Iran

L'articolo riflette sulla ripetitività delle testimonianze e delle testimonianze riguardanti le persecuzioni in Iran, evocando immagini di arresti e impiccagioni. Attraverso un tono di rassegnazione, l'autore evidenzia come la memoria collettiva sembri dimenticare facilmente le ingiustizie di un paese in cui le violazioni dei diritti umani continuano senza sosta.

penso a narges arrestata e sedigheh impiccata e alla nostra memoria corta sull8217iran

© Ilfattoquotidiano.it - Penso a Narges, arrestata, e Sedigheh, impiccata. E alla nostra memoria corta sull’Iran

Sono qui, ancora una volta, a fissare il vuoto. E ancora a scrivere le stesse cose. Anno dopo anno, le mie dita scorrono su queste tastiere, componendo resoconti che si assomigliano in modo disarmante: denunce, necrologi, appelli. Troppi. Come un orologio rotto, il progresso in ogni angolo del mondo non fa che acuire l’immobilità del solo luogo che sembra rifiutare la civiltà: la Repubblica Islamica dell’Iran. Lì, il tempo è bloccato in un eterno, glaciale presente. L’ultima ferita aperta non è solo una notizia, è un insulto diretto alla coscienza globale: l’arresto della mia sorella di penna e di lotta, Narges Mohammadi. Ilfattoquotidiano.it