Rep costretta a ringraziare | Il governo si è impegnato

L'annuncio della possibile vendita delle attività del gruppo Gedi da parte degli Elkann a Theodore Kyriakou ha suscitato reazioni e tensioni nel panorama politico e giornalistico italiano, tra dichiarazioni ufficiali, critiche e preoccupazioni sul futuro dell'informazione. La vicenda evidenzia le dinamiche complesse tra interessi economici e ruolo dei media nel paese.

Il Cdr: «Pensiero critico a rischio se ci vendono». Matteo Renzi: «Non sono io il mediatore». Le reazioni isteriche della sinistra lasciano il campo alle mosse istituzionali: ieri la notizia della probabile vendita da parte degli Elkann all’armatore ed editore greco Theodore Kyriakou di tutte le attività del gruppo Gedi, ovvero i quotidiani La Repubblica (ieri in sciopero) e La Stampa, il sito HuffPost.it e le radio, Deejay e Capital, è stata oggetto di incontri tra governo, editori e rappresentanze dei lavoratori. Lo sciopero di Repubblica è stato accompagnato da un comunicato apocalittico del Cdr, in cui si chiamava alla «difesa delle garanzie democratiche fondamentali per l’intero Paese», dato che «in ballo non c’è un semplice marchio, ma la sopravvivenza stessa di un pensiero critico». 🔗 Leggi su Laverita.info

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