Ottiene giustizia dopo 30 anni Demansionato e messo in disparte la banca deve pagare 150mila euro
Dopo oltre trent’anni di battaglie legali, un dipendente ha ottenuto giustizia, ricevendo un risarcimento di 150mila euro. La vicenda riguarda un dequalificamento e un progressivo isolamento sul posto di lavoro, che hanno portato a un ingente danno economico alla banca. La sentenza rappresenta un’importante vittoria per l’uomo, che ha visto riconosciute le sue ragioni dopo anni di attesa.

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Perugia, 13 dicembre 2025 – Dequalificato e messo in disparte. Un “ridimensionamento” di carriera che è “costato” alla banca – di cui l’uomo era dipendente – circa 150mila euro. Questo alla luce della sentenza della Corte di Cassazione che ha riconosciuto al lavoratore il diritto alla differenza retributiva conseguenza del demansionamento e, dopo quasi trent’anni, il riconoscimento del danno da “dequalificazione professionale” e del “danno biologico patito”. L’impiegato, è stato ricostruito, aveva avuto una carriera regolare che, nell’arco di alcuni anni, lo aveva portato a diventare capo ufficio e gli era stata poi affidata la responsabilità del reparto Ced Gestione Software della banca di Orvieto dove lavorava. Lanazione.it
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