La vita segreta di Margaret Atwood | Sono una creatura liminale una sorta di Baba Jaga ora benevola ora ostile Il memoir della scrittrice de Il racconto dell’ancella

A ottantacinque anni, Margaret Atwood entra in scena vestita da portiere di hockey. È ospite di un programma comico: le assicurano che sarà divertente, e lei si presta. Sorride, scherza sulla propria goffaggine, lascia che una controfigura si occupi delle acrobazie. È un’immagine che sembra un manifesto: la scrittrice che guarda se stessa attraverso chi la interpreta. Le nostre vite. Una specie di autobiografia comincia così, con una parodia. Ma prima della scrittrice viene la bambina che parlava, facendoli dialogare e ascoltandoli, con i biscotti a forma di coniglio prima di morderli. In quell’infanzia remota, nel silenzio del Nord canadese, c’è già la radice del suo mestiere: dare voce alle cose. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it

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