Smart working negato a lavoratrice in terapia oncologica | è discriminazione

di Gianna Elena De Filippis* L’elegante “avanzata” del diritto europeo e del diritto euro unitario, fluido, circolare ed in continuo divenire, riesce a portare una incisiva evoluzione nell’ordinamento giuridico italiano, esigua parte ormai di un immenso “tutto” euro-mondiale. E così oggi bisogna sapere che piĂą di ogni altra epoca l’inclusivitĂ  della persona con disabilitĂ  nel mondo del lavoro non è una libera scelta del datore di lavoro nĂ© una arbitraria opzione ma un obbligo giuridico a tutti gli effetti da cui discendono gravi responsabilitĂ  e considerevoli conseguenze giuridiche. L’ “accomodamento ragionevole” di cui spesso si sente parlare è come un abito cucito ad hoc sulla persona interessata, per garantirle il pieno e compiuto godimento nonchĂ© l’effettivo e tempestivo esercizio, su base di uguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertĂ  fondamentali. 🔗 Leggi su Ilfattoquotidiano.it

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