Bella Ciao è l’eco universale della libertà
Ci sono canti che nascono in un preciso contesto storico e che, con il tempo, riescono a scrollarsi di dosso i confini della memoria per diventare simboli universali. “Bella Ciao” è uno di questi: non è più soltanto l’inno della Resistenza italiana, ma un richiamo globale alla dignità, alla giustizia e alla rivolta contro ogni potere dittatoriale. Nelle sue strofe semplici, quasi infantili, si cela la potenza di una scelta radicale: quella del partigiano che affronta la morte pur di lasciare un’eredità di libertà. Per questo “Bella Ciao” continua a emozionare, a vibrare nelle piazze del mondo, dalle manifestazioni in Cile a quelle a Hong Kong, dalle primavere arabe alle proteste europee contro i nuovi autoritarismi. 🔗 Leggi su Linkiesta.it
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Modena City Ramblers, Bella Ciao: "La nostra musica resistente per voi"
VD. . In piazza Azadi, la “piazza della Libertà” di Teheran, Narges Mohammadi ha cantato in persiano Bella Ciao senza indossare l’hijab, nel terzo anniversario della morte di Mahsa Amini. La giovane era stata arrestata dalla polizia religiosa per non aver port - facebook.com Vai su Facebook
Per Sallusti #BellaCiao è la “canzone che uccide”. Sallusti: “E ha ucciso tanto…” Io: “I partigiani hanno ucciso e sono stati uccisi per permettere a lei di dire anche le sciocchezze che dice” @CartabiancaR4 #Kirk @cavalierediluce - X Vai su X