Ad Atlanta una ragazza morta cerebralmente dovrà comunque partorire

Ad Atlanta, una tragica vicenda mette in luce i limiti etici e tecnici della medicina moderna: Adriana Smith, giovane infermiera dell’Emory University Hospital, rimane cerebralmente morta, ma deve portare avanti la gravidanza, diventando una vera “incubatrice umana”. Un caso complesso che solleva importanti interrogativi sul confine tra vita, morte e il rispetto della dignità umana.

Una vera e propria incubatrice umana. Accade ad Atlanta, dove una ragazza, Adriana Smith, è costretta a portare a termine una gravidanza nonostante la sua morte cerebrale. Lei è stata infermiera dell’Emory University Hospital della città, dove conduceva una vita normalissima con suo marito e suo figlio. Ora è incinta alla 22esima settimana, ma dovrà necessariamente proseguire la gravidanza fino alla 32esima, costretta da una folle legge nazionale. Atlanta, Adriana Smith costretta a partorire nonostante la morte cerebrale. 🔗Leggi su Metropolitanmagazine.it

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