Influenza, quasi un milione di nuovi casi in una settimana: la variante K spinge verso il picco

Tra il 15 e il 21 dicembre, circa 950.000 nuovi casi di #influenza sono stati registrati, portando il totale stagionale a circa 5,8 milioni. La variante K contribuisce all’attuale fase di incremento dei contagi.

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Le festività coincidono con un’ondata influenzale che costringe a letto centinaia di migliaia di persone. Nell’arco di sette giorni, dal 15 al 21 dicembre, sono stati stimati circa 950mila nuovi contagi, portando il totale stagionale a circa 5,8 milioni di casi secondo i dati della sorveglianza RespiVirNet dell’Istituto superiore di sanità.

Il quadro epidemiologico indica una fase di avvicinamento al massimo stagionale. La circolazione dei virus respiratori è intensa e destinata a rimanere sostenuta nelle prossime settimane, come spiegato da Anna Teresa Palamara, direttrice del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Iss. L’aumento dei contagi si accompagna, anche quest’anno, a una crescita degli accessi in pronto soccorso e dei ricoveri, soprattutto tra le persone anziane.

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Le occasioni di incontro tipiche di questo periodo favoriscono la diffusione dei virus. Per ridurre il rischio di contagio restano fondamentali alcune misure di prevenzione di base, come una corretta aerazione degli ambienti chiusi e l’igiene frequente delle mani, ricordano gli esperti.

I flussi di pronto soccorso monitorati in diverse Regioni, tra cui Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo e Sicilia, mostrano nella settimana 8-14 dicembre un incremento sia degli accessi sia delle ospedalizzazioni per sindromi respiratorie rispetto allo stesso periodo della stagione precedente.

Nella settimana dal 15 al 21 dicembre, l’analisi dei campioni rileva un’elevata positività all’influenza sia nella comunità sia in ambito ospedaliero. L’intensità della circolazione risulta molto alta in Veneto, nella provincia di Bolzano, nelle Marche e in Campania; alta in Sicilia, Piemonte, Emilia-Romagna, Lazio e Abruzzo; media in Valle d’Aosta, Lombardia, Toscana e Puglia; più contenuta nel resto del Paese.

Dal punto di vista virologico, la stagione è caratterizzata dalla predominanza della variante K. Le analisi di sequenziamento indicano che, tra i ceppi di influenza A H3N2 in circolazione, questo subclade è nettamente prevalente. Per quanto riguarda l’H1N1 pdm09, i ceppi rilevati appartengono tutti al subclade D.3.1, incluso nel clade che comprende anche i ceppi vaccinali.

La caratterizzazione dei virus conferma inoltre che il tipo A(H3N2) è molto più diffuso rispetto all’A(H1N1)pdm09. Al momento non sono stati individuati virus A non sottotipizzabili riconducibili all’influenza stagionale, un elemento che esclude segnali di circolazione di ceppi aviari.

La pressione sugli ospedali non riguarda solo l’influenza. In queste settimane circolano anche altri virus respiratori capaci di provocare febbre, bronchiti e polmoniti. Secondo l’infettivologo Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali, l’andamento dei casi potrebbe iniziare a migliorare dalla metà di gennaio, con una progressiva riduzione dei contagi.

Il virus colpisce con particolare forza anziani e soggetti fragili, come cardiopatici, diabetici, immunodepressi e persone con insufficienza renale. In alcuni casi le complicanze sono tali da rendere necessario il ricovero in terapia intensiva. Anche bambini piccoli e ragazzi tra 5 e 15 anni registrano un’incidenza elevata, favorita dalla mancata vaccinazione e dai contesti di aggregazione.

L’epidemiologo Massimo Ciccozzi spiega che l’aumento dei casi rientra nella normale dinamica stagionale. La variante K può aver anticipato leggermente la curva epidemica perché inizialmente meno riconosciuta dal sistema immunitario, ma non risulta più aggressiva. I sintomi possono essere comunque rilevanti per chi non è vaccinato, con febbre alta e tosse persistente, aumentando il ricorso alle strutture di emergenza.

Le mutazioni del virus H3N2, osservate nel corso degli anni, fanno parte dell’evoluzione naturale dell’influenza. Anche le variazioni più recenti, inclusa la variante K, rientrano in un quadro considerato sotto controllo dagli specialisti.