Stallone chiede la restituzione della statua di Rocky: verso uno scambio ufficiale a Philadelphia

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Sylvester Stallone ha avanzato una richiesta formale alla città di Philadelphia per riottenere la celebre statua di Rocky Balboa, il monumento in bronzo alto quasi tre metri che dal 2006 accoglie visitatori e residenti ai piedi della scalinata del Philadelphia Museum of Art. Le ragioni dell’attore non sono ancora state chiarite, ma il futuro dell’opera sembra già definito.

La statua protagonista della mostra per i 50 anni di Rocky

Realizzata dallo scultore Auldwin Thomas Schomberg nel 1980 su commissione di Stallone per le riprese di “Rocky III”, la statua diventerà il fulcro della mostra “Rising Up: Rocky and the Making of Monuments”, in programma il prossimo anno al museo per celebrare il mezzo secolo della saga. L’esposizione analizzerà l’impatto culturale del personaggio e il ruolo dei monumenti nella società contemporanea.

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Al termine della mostra, prevista per agosto 2026, la scultura verrà riconsegnata all’attore. Ma la presenza di Rocky ai celebri “Rocky Steps” non scomparirà: Schomberg realizzò tre calchi dell’opera e uno di questi, acquistato da Stallone all’asta nel 2017 per circa 400.000 dollari, svetta già in cima alla scalinata dal dicembre 2024, prestato alla città in occasione del primo RockyFest. Creative Philadelphia propone ora di renderlo permanente.

Il piano di scambio tra città e attore

La Philadelphia Art Commission esaminerà nei prossimi giorni un progetto che prevede uno “scambio ufficiale”: la città acquisirebbe la statua posizionata in cima ai gradini, mentre restituirebbe a Stallone quella collocata alla base. Il riposizionamento del monumento cittadino, arretrato di circa quattro metri per ricreare l’assetto del 1982, comporterebbe un costo stimato di 150.000 dollari. Alla base della scalinata verrebbe poi installata un’altra opera municipale.

Il piano ha ottenuto il pieno supporto del Philadelphia Museum of Art, del sindaco Cherelle Parker, del dipartimento dei parchi e del Philadelphia Visitor Center. “La statua in cima ai gradini continuerà a essere un punto di forte coinvolgimento pubblico”, ha affermato Louis Marchesano, direttore degli affari curatorali del museo.

Creative Philadelphia ha evidenziato anche il valore simbolico del progetto: “Non si tratta semplicemente di spostare una scultura”, hanno scritto Valerie Gay e Marguerite Anglin. “Parliamo di un’opera che incarna da decenni perseveranza, ambizione e resilienza. È un’occasione per riflettere su cosa consideriamo arte e su quali opere meritino un posto nei nostri spazi civici più rappresentativi”.

La prima statua di Rocky, nei suoi oltre quarant’anni di storia, ha già vissuto una vita itinerante: dal set di “Rocky III” allo Spectrum Stadium, fino ai ripetuti ritorni davanti al museo ogni volta che una nuova produzione lo richiedeva. Oggi, Philadelphia può contare perfino su una terza versione alta tre metri, installata il mese scorso all’aeroporto internazionale della città. “Rocky è nel Dna di Philadelphia”, ha dichiarato Schomberg durante l’inaugurazione. “C’è un po’ di Rocky in ognuno di noi”.