G20 in Sudafrica: il piano Trump sull'Ucraina accende il vertice globale

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Al G20 di Johannesburg, primo summit ospitato nel continente africano, la guerra in Ucraina è diventata il tema centrale, oscurando l’agenda economica prevista. La presentazione del piano di pace di Donald Trump ha intensificato i confronti tra i leader riuniti al Nasrec Expo Centre, in un vertice segnato dall’assenza degli Stati Uniti.

La mancata partecipazione americana ha spinto il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa a rinunciare al tradizionale passaggio di consegne del G20 all’incaricato d’affari statunitense, come spiegato dal ministro degli Esteri Ronald Lamola. La posizione di Pretoria è chiara: per essere rappresentati, gli Usa avrebbero dovuto inviare una figura di adeguato livello.

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Nonostante l’assenza americana, i leader presenti hanno approvato una dichiarazione finale a larghissima maggioranza. L’Argentina non ha firmato il testo, denunciando la mancanza di consenso unanime e criticando il passaggio relativo al conflitto in Medio Oriente. La dichiarazione tocca temi come la riforma del Wto e la gestione dei materiali critici, ma il dibattito è stato dominato dalla crisi ucraina.

Una serie serrata di telefonate e incontri, iniziata venerdì e culminata nella riunione dei cosiddetti “volenterosi”, ha portato al confronto sul controverso piano in 28 punti elaborato dalla Casa Bianca. Presenti, tra gli altri, Giorgia Meloni, Emmanuel Macron, Friedrich Merz e i rappresentanti di Gran Bretagna, Giappone e Canada. La premier italiana aveva già discusso il tema con Merz e successivamente con Ursula von der Leyen e Antonio Costa.

Alla fine del vertice, i leader hanno diffuso una dichiarazione comune che accoglie “gli sforzi degli Stati Uniti per portare la pace in Ucraina”. Il documento riconosce che il piano Trump contiene “elementi importanti” per avviare un percorso verso una pace duratura, pur mantenendo forti riserve.

Le principali perplessità derivano da alcuni punti chiave del piano, tra cui il riconoscimento di Crimea e Donbass come territori russi e la proposta di ridurre l’esercito ucraino a 600.000 unità. I leader ribadiscono che “i confini non devono essere cambiati con la forza” e sottolineano il rischio che le limitazioni proposte possano esporre Kiev a nuovi attacchi.

La posizione italiana riflette queste preoccupazioni. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha definito il piano Trump “duro”, con punti “inaccettabili”, pur considerandolo un possibile avvio per una trattativa. La linea della premier Meloni, spiegano fonti di governo, è quella di valorizzare gli aspetti positivi del documento, soprattutto le garanzie di sicurezza per Kiev ispirate all’articolo 5 della Nato.

Intanto continuano le manovre diplomatiche. Oggi, a Ginevra, rappresentanti europei parteciperanno al confronto con Stati Uniti e Ucraina sul piano di pace. Per l’Italia sarà presente Fabrizio Saggio, consigliere diplomatico della premier, che ha lasciato in anticipo i lavori del G20. Lunedì i leader dell’Unione Europea terranno un incontro straordinario sull’Ucraina a margine del vertice Ue–Unione Africana a Luanda.

Durante il suo intervento nella prima sessione del G20, Meloni ha ribadito che l’Italia “è pronta a lavorare con i partner europei e americani per raggiungere una pace giusta”. La premier ha richiamato anche il Piano Mattei per l’Africa, le iniziative per la stabilità in Medio Oriente e le azioni contro i trafficanti di esseri umani, tema ripreso nella dichiarazione finale del summit.

Il documento dei leader, 30 pagine complessive, propone una riforma dell’Onu e del Consiglio di Sicurezza per renderli più inclusivi, affronta rischi e opportunità dell’intelligenza artificiale e insiste sulla difesa della catena del valore dei minerali critici in un contesto globale sempre più instabile.