Argentina, trionfo di Milei alle elezioni legislative: La Libertad Avanza supera il 40% e domina il voto nazionale

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La Libertad Avanza (LLA), il partito guidato dal presidente Javier Milei, ha ottenuto una netta vittoria alle elezioni legislative di medio termine in Argentina, svoltesi domenica 26 ottobre. Con oltre il 40% delle preferenze, la formazione liberale ha rafforzato la propria presenza sia alla Camera dei deputati che al Senato, diventando la forza politica più votata del Paese.

Con un’affluenza del 67,9% e il 97,2% delle schede scrutinate, LLA ha raccolto il 40,8% dei voti, superando di gran lunga Fuerza Patria, che si è fermata al 24,3% e a 31 seggi. Tra le altre formazioni, solo Provincias Unidas ha superato la soglia del milione di voti, conquistando circa il 5% e ottenendo cinque deputati.

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Oggi abbiamo raggiunto un punto di svolta, oggi inizia la costruzione di una grande Argentina”, ha dichiarato Milei, 55 anni, durante il comizio della vittoria a Buenos Aires. Il presidente ha sottolineato che il Paese entra ora in una nuova fase con quello che ha definito “il Congresso più riformista della storia dell’Argentina”.

Il partito di governo ha triplicato la propria rappresentanza parlamentare: 101 seggi alla Camera bassa, rispetto ai 37 precedenti, e 20 seggi al Senato, contro i sei ottenuti nelle precedenti elezioni.

Tra i primi a congratularsi con Milei è stato l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che su Truth Social ha scritto: “Congratulazioni al presidente Javier Milei per la sua schiacciante vittoria in Argentina. Sta facendo un lavoro meraviglioso! La nostra fiducia in lui è stata confermata dal popolo argentino”.

La provincia di Buenos Aires ha rappresentato la sorpresa più grande: La Libertad Avanza ha ribaltato la sconfitta subita alle elezioni locali del mese scorso, conquistando una regione storicamente considerata una roccaforte peronista.

Da quando è salito al potere nel dicembre 2023, l’ex opinionista televisivo Milei ha avviato un programma di riforme economiche radicali: tagli massicci nel settore pubblico, blocco dei lavori infrastrutturali, riduzione delle spese per sanità, istruzione e pensioni, e una vasta deregolamentazione del mercato. Le misure, pur avendo spinto inizialmente milioni di cittadini verso la povertà, hanno contribuito a ridurre l’inflazione di due terzi, sebbene la crescita economica, i consumi e la produzione restino deboli.