Due giovani su tre credono nel futuro: fiducia e ottimismo tra i ragazzi italiani

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I giovani italiani guardano avanti con fiducia. Secondo l’ottava rilevazione dell’Indice di Fiducia dei Giovani, condotta dal Consiglio Nazionale dei Giovani con il supporto scientifico dell’Istituto Piepoli, due ragazzi su tre si dichiarano ottimisti sul proprio futuro e sul percorso che li attende nei prossimi anni.

A settembre 2025 l’indice complessivo si attesta a 66,2 punti, una fascia considerata medio-alta di fiducia. Rispetto a giugno, aumentano i sentimenti positivi (+4%) e la speranza (+2%), mentre calano la paura e l’amarezza (-2%). L’ottimismo verso il futuro resta stabile al 54%, segno di una generazione che sceglie di reagire con energia nonostante le incertezze globali.

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La fiducia nell’economia registra un saldo positivo di +20 punti, con un lieve incremento rispetto alla rilevazione precedente, mentre l’equilibrio tra vita privata e lavoro raggiunge il valore più alto dall’inizio delle analisi, al 41%. Crescono anche i segnali di apertura verso il cambiamento e l’innovazione.

Particolarmente significativo il dato legato all’intelligenza artificiale, che registra un incremento di dieci punti e un saldo positivo del 34%. I giovani vedono la tecnologia come una leva per la crescita e la realizzazione personale. Parallelamente, l’attenzione per la cultura torna a salire, raggiungendo il 71% (+2%), a conferma dell’importanza di libri, eventi e spettacoli come strumenti di benessere e coesione sociale.

I giovani italiani guardano avanti con fiducia, si mostrano aperti al cambiamento e pronti a costruire il proprio futuro con consapevolezza”, afferma Maria Cristina Pisani, presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani. “Crescono la speranza, la fiducia nell’economia e l’interesse per la cultura, insieme alla convinzione che innovazione e nuove tecnologie siano strumenti di progresso e inclusione”.

Non mancano però le criticità. L’84% dei giovani dichiara di dipendere economicamente dalla propria famiglia per sostenere gli studi o completare il percorso formativo, segno di un mercato del lavoro ancora fragile e di retribuzioni considerate insufficienti rispetto agli impegni richiesti.

Resta alta anche la percezione della diseguaglianza di genere: sebbene in leggero miglioramento (-3% rispetto alla precedente rilevazione), il 61% delle persone intervistate ritiene che le condizioni delle donne siano peggiori rispetto a quelle degli uomini.

La fiducia nell’Unione Europea si mantiene complessivamente buona (63%), ma cala del 13% nell’ultimo anno. In discesa anche la fiducia nel sistema educativo, ora al 60% (-18% rispetto a settembre 2024). Rimane invece bassa la percezione di adeguatezza degli stipendi, ferma al 29%, mentre sale all’85% (+1%) l’importanza attribuita alla stabilità lavorativa per costruire un futuro solido.

Restano sullo sfondo incertezze legate al lavoro, alla qualità degli stipendi e alle disparità di genere”, aggiunge Pisani. “I giovani chiedono strumenti concreti per costruire il proprio futuro. È compito delle istituzioni tradurre questa fiducia in opportunità, sostenendo il capitale umano e le energie migliori del Paese”.