Trump-Zelensky, gelo sui missili Tomahawk: gli Stati Uniti temono un'escalation militare

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Donald Trump e Volodymyr Zelensky si sono incontrati alla Casa Bianca per discutere del conflitto in Ucraina, ma il vertice non ha portato a un accordo sulla fornitura dei missili Tomahawk. Il presidente degli Stati Uniti, reduce da una lunga telefonata con Vladimir Putin, ha ribadito la volontà di favorire un negoziato senza inasprire il conflitto.

Metteremo fine a questa guerra. È ora di un accordo”, ha dichiarato Trump, mostrando ottimismo prima e dopo l’incontro. Nelle sue parole, anche un invito a cessare le ostilità: “Ho detto al presidente Zelensky, come a Putin, che è ora di smettere di uccidere e di trovare un’intesa. È stato versato abbastanza sangue”.

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Il presidente americano ha poi invitato Kiev e Mosca a fermarsi “dove sono”, permettendo a entrambe le parti di “rivendicare la vittoria” e lasciare che “sia la storia a decidere”. “Basta sparatorie, basta morti, basta spese insostenibili. Migliaia di persone vengono massacrate ogni settimana. Tornate a casa dalle vostre famiglie in pace”, ha aggiunto Trump, sottolineando che la guerra non sarebbe mai scoppiata se lui fosse stato al potere.

Zelensky, da parte sua, ha puntato l’attenzione sui Tomahawk già prima del meeting, ipotizzando uno scambio con Washington: “Non abbiamo i Tomahawk e ci servono. Gli Usa hanno missili potentissimi, ma possono avere anche i nostri droni”. Durante il colloquio avrebbe mostrato a Trump una mappa con i potenziali obiettivi militari russi, tra cui infrastrutture di difesa ed elementi dell’economia bellica.

Trump, tuttavia, ha frenato sull’ipotesi di fornitura, definendola “un’eccessiva escalation”. “I Tomahawk servono anche a noi”, ha dichiarato, lasciando intendere che la questione resta sospesa. Dopo il vertice, Zelensky ha confermato la prudenza americana: “Abbiamo parlato di missili a lungo raggio, ma non farò dichiarazioni su questo. Gli Stati Uniti non vogliono un’escalation e abbiamo deciso di non entrare nei dettagli”.

Il leader ucraino ha poi aggiunto: “Sì, abbiamo discusso dei Tomahawk. Gli Usa ne hanno bisogno, ma il tema resta sul tavolo. I russi sanno che tipo di armi produciamo e temono la combinazione con i Tomahawk. Sono ottimista? No, sono realista”.

Pur riconoscendo la complessità del negoziato con Mosca — “Putin mi odia” —, Zelensky si è detto fiducioso nella mediazione americana. “Il presidente Trump ci ha parlato dei contatti che sta mantenendo con la Russia. Sappiamo che i segnali di Putin non sono nuovi, ma contiamo sulla pressione che Trump può esercitare per chiudere la guerra. Ci fidiamo degli Stati Uniti e della loro volontà di porre fine al conflitto”.

Uno dei nodi centrali dei futuri negoziati di pace sarà il tema dei territori contesi. “Per noi la nostra terra è parte della nostra indipendenza. Sarà un punto difficile, ma il presidente Trump ha già dimostrato di saper gestire situazioni complesse, come in Medio Oriente”, ha concluso Zelensky.