Chi è Sigfrido Ranucci, il coraggio di un cronista: dalla guerra al comando di Report

Sigfrido Ranucci, giornalista, autore e conduttore di “Report”, è da oltre trent’anni uno dei simboli del giornalismo d’inchiesta italiano. Nato a Roma 63 anni fa, il suo nome è oggi al centro delle cronache dopo il grave atto intimidatorio avvenuto a Pomezia, dove due ordigni hanno distrutto la sua auto e quella della figlia. Un gesto che colpisce un professionista da sempre impegnato a svelare le zone d’ombra del potere.
Laureato in Lettere, Ranucci inizia la sua carriera a “Paese Sera” prima di approdare in Rai negli anni Novanta. Entra al Tg3 e poi a Rai News 24, dove si distingue per le sue inchieste su criminalità organizzata e traffici illeciti, in particolare quello dei rifiuti. Tra i suoi contributi più noti, il ritrovamento e la diffusione dell’ultima intervista al giudice Paolo Borsellino, rimasta inedita per anni.
Come inviato di guerra, Ranucci documenta le atrocità dei conflitti nei Balcani e in Medio Oriente, denunciando violazioni dei diritti umani e l’uso di armi non convenzionali. Il suo lavoro gli vale prestigiosi riconoscimenti, tra cui il Premio Ilaria Alpi e il Premiolino.
Il nome di Ranucci è legato indissolubilmente a “Report”. Entra nel 2006 come coautore accanto a Milena Gabanelli, diventandone il principale collaboratore. Quando la Gabanelli lascia la conduzione a fine 2016, il passaggio del testimone è naturale: dal marzo 2017 Ranucci diventa autore e conduttore del programma di Rai 3, proseguendo con rigore la tradizione di indagini sui conflitti d’interesse e sulle opacità del potere politico ed economico.
Sotto la sua direzione, “Report” continua a essere una delle trasmissioni più seguite e discusse del servizio pubblico, ma anche tra le più esposte a querele per diffamazione, spesso con richieste di risarcimento milionarie. La quasi totalità dei procedimenti si conclude con archiviazioni, ma il giornalista ha più volte denunciato come questa pressione legale rappresenti una forma di intimidazione contro la libertà di stampa.
L’attentato di Pomezia si aggiunge a una lunga serie di minacce rivolte a Ranucci e alla sua squadra. Pochi giorni prima dell’episodio, il giornalista aveva annunciato il ritorno di “Report” su Rai3 dal 26 ottobre, ogni domenica sera, con nuove inchieste e un impegno che non ha mai smesso di essere totale.