Paracetamolo in gravidanza, allerta Fda: possibili rischi neurologici e dibattito scientifico

Negli Stati Uniti si accende il caso paracetamolo. La Food and Drug Administration (Fda) ha avviato la procedura per modificare il foglietto illustrativo del Tylenol e di altri farmaci equivalenti, richiamando l’attenzione sugli studi che ipotizzano un legame tra l’uso del medicinale in gravidanza e un aumentato rischio di disturbi neurologici nei bambini, come autismo e Adhd. L’agenzia ha inoltre diffuso una lettera per informare i medici a livello nazionale.
“La Fda sta adottando misure per sensibilizzare genitori e medici su una considerevole mole di prove sui potenziali rischi associati al paracetamolo”, ha dichiarato il commissario Marty Makary. “Nonostante queste evidenze, la decisione resta ai genitori. Il principio di precauzione può portare molte donne a evitare il farmaco durante la gravidanza, soprattutto perché la maggior parte delle febbri lievi non richiede terapia. Rimane comunque ragionevole il suo impiego in determinate situazioni”.
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L’agenzia cita diversi studi che descriverebbero un rischio più marcato in caso di uso cronico in gravidanza. Tuttavia, non è stata stabilita una relazione causale certa e la letteratura scientifica comprende anche ricerche che smentiscono il legame. L’Fda ricorda inoltre che il paracetamolo è l’unico farmaco da banco approvato contro la febbre in gravidanza, condizione che a sua volta può risultare rischiosa per il feto, mentre aspirina e ibuprofene presentano effetti avversi documentati.
A far esplodere la discussione hanno contribuito le dichiarazioni di Donald Trump, che ha attribuito all’uso di paracetamolo in gravidanza un ruolo nello sviluppo dell’autismo. Una posizione che ha sollevato critiche nella comunità scientifica. Arthur Caplan, della Division of Medical Ethics della New York University, ha definito le affermazioni “un esempio estremo di mancanza di prove, diffusione di vecchi miti e consigli pericolosi, al limite della malpractice nella gestione della gravidanza e nella protezione della vita fetale”.
Il dibattito ha raggiunto anche l’Italia. L’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all’Università del Salento, ha avvertito: “Quando la politica entra a gamba tesa nel dibattito scientifico può solo generare danni”. Lopalco ha ricordato che, oltre al paracetamolo, Trump ha citato anche il Leucovorin (acido folinico) come presunta cura per l’autismo. “Entrambe le questioni – ha spiegato – sono affrontate con prudenza nella ricerca scientifica, trattandosi di evidenze ancora deboli e preliminari. La politicizzazione non farà che creare confusione, con ripercussioni sulla vita delle persone nello spettro autistico”.
In Europa la posizione resta invece stabile. L’Agenzia europea del farmaco (Ema) ha ribadito che, nell’Unione europea, “i medicinali a base di paracetamolo possono essere utilizzati in gravidanza, in conformità con le raccomandazioni ufficiali”.