Vaccino Covid nei bambini, l'amministrazione Trump valuta lo stop dopo i casi sospetti

I funzionari dell’amministrazione Trump che si occupano di sanità intendono collegare la morte di 25 bambini ai vaccini Covid, valutando una possibile restrizione delle fasce di popolazione a cui prescrivere il farmaco. Lo riporta il Washington Post, citando informazioni fornite da quattro fonti vicine al dossier.
Alla base dell’operazione vi sarebbero i dati inseriti nel Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), il database che raccoglie segnalazioni – non verificate – di effetti collaterali e reazioni avverse ai vaccini. Le segnalazioni possono essere inviate da chiunque: pazienti, medici, farmacisti o singoli cittadini, indipendentemente dalla qualifica professionale.
I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) ricordano che il VAERS non è concepito per stabilire un nesso diretto tra vaccinazione e decessi. Il collegamento, infatti, può essere accertato soltanto attraverso indagini scientifiche approfondite condotte da esperti.
Secondo il Washington Post, i funzionari e gli esperti dell’amministrazione Trump presenteranno un rapporto a un panel dei CDC la prossima settimana. Proprio i CDC, lo scorso giugno, avevano presentato alla commissione vaccini un documento in cui si indicava che almeno 25 bambini ricoverati per Covid avevano perso la vita. Un numero considerato sottostimato, sottolineando inoltre che nessuno dei 16 giovani pazienti idonei per età era vaccinato.
L’associazione dei pediatri raccomanda la vaccinazione annuale in particolare per i bambini tra i 6 e i 23 mesi, invitando le famiglie a valutare l’immunizzazione anche per i più grandi. Il tema resta al centro dell’attenzione della Food and Drug Administration (FDA).
Il commissario della FDA, Marty Makary, ha confermato alla CNN che sono in corso verifiche su possibili decessi di minori vaccinati. L’iter prevede la revisione di autopsie e colloqui con i familiari, e potrebbe richiedere mesi. Nel frattempo, ad agosto la FDA ha approvato i nuovi vaccini Covid per gli over 65 e per i soggetti con patologie a rischio, mentre i CDC hanno facoltà di raccomandarne l’uso a fasce più ampie della popolazione.