Morte Giorgio Armani, il nodo eredità: Fondazione e patrimonio da 13 miliardi

Giorgio Armani, scomparso a 91 anni, lascia un impero che in oltre cinquant’anni di carriera ha ridefinito il concetto stesso di eleganza. Il marchio conta oggi 8.700 dipendenti, più di 600 boutique nel mondo e un gruppo che spazia dalla moda all’hospitality: hotel di lusso, ristoranti e persino la storica Capannina di Forte dei Marmi, acquisita nell’agosto 2024. L’azienda ha chiuso lo scorso anno con ricavi pari a 2,3 miliardi di euro.
Con la sua morte si apre il tema della successione e dell’eredità. Il patrimonio di Armani è stimato tra gli 11 e i 13 miliardi di euro e la gestione passerà alla Fondazione Giorgio Armani, istituita nel 2016 per garantire una transizione ordinata. Lo stilista non lascia eredi diretti, ma tre nipoti e una sorella: Silvana e Roberta, figlie del fratello Sergio; Rosanna e suo figlio Andrea Camerana.
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La guida dell’impero sarà affidata a Pantaleo Dell’Orco, storico collaboratore e braccio destro dello stilista, insieme al nipote Luca Camerana e a Irving Bellotti, amministratore delegato di Rothschild Italia e membro del board della Fondazione. Nel consiglio d’amministrazione siede anche Federico Marchetti, fondatore di Yoox.
Pur non essendo quotata in Borsa, Armani aveva lasciato intendere la possibilità di un futuro approdo al mercato azionario o di una fusione dopo la successione. La struttura societaria è regolata da uno statuto che suddivide il capitale in più categorie di azioni con diritti di voto differenti, per assicurare stabilità e ridurre potenziali conflitti. Alcune azioni, come le A, garantiscono 1,33 voti, mentre le F arrivano a 3 voti ciascuna. È previsto inoltre che il 50% degli utili netti venga distribuito agli azionisti.
Il controllo totale è sempre stato un tratto distintivo di Armani. In una recente intervista al “Financial Times”, in occasione dei 50 anni della maison, aveva ammesso: “La mia più grande debolezza è che controllo tutto”, definendosi un “workaholic”. Anche durante i problemi di salute, aveva continuato a supervisionare a distanza le ultime tre sfilate, dalle prove al make-up.
Armani aveva spiegato che il passaggio di consegne sarebbe stato graduale, “un processo organico, non una rottura”, coinvolgendo Dell’Orco, i familiari e il team interno come eredi della sua visione professionale. La missione della Fondazione, secondo i documenti ufficiali, sarà orientata a innovazione, eccellenza, qualità e ricercatezza. Ulteriori dettagli emergeranno con l’apertura del testamento nei prossimi giorni.