Ragazzi e divertimento: i giochi di una volta sono meglio dei digitali?

ragazzi divertimento

Il concetto di divertimento moderno per i ragazzi sembra essersi spostato quasi esclusivamente verso l’universo digitale. Eppure, c’è un ritorno d’interesse verso i giochi di una volta, quelli analogici, che uniscono manualità, ingegno e relazione umana. È davvero possibile affermare che i giochi tradizionali possano offrire un’esperienza più ricca rispetto a quella digitale? Approfondiamo meglio l’argomento.

I giochi da tavolo per i ragazzi tornano di moda

Negli ultimi anni si è assistito a un netto recupero dei giochi da tavolo, non solo tra adulti nostalgici ma anche tra adolescenti e ragazzi. Alcuni di questi catturano l’attenzione e sono sviluppati per intrattenere, divertire e aumentare le potenzialità del cervello: vai al sito di Meeple per approfondire meglio quale gioco sia tra i più amati dai ragazzi.

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Questo ritorno non è casuale poiché risponde a un bisogno crescente di esperienze autentiche, in cui il contatto umano e la partecipazione attiva riacquistano centralità. Giochi come Monopoli, Cluedo, Risiko (ognuno dei quali capace di rivelare la propria personalità), altresì i titoli più recenti e strategici, stanno trovando spazio nelle case, nelle scuole e nei centri educativi.

A differenza del passato sono spesso rivisitati con design moderni, regolamenti aggiornati e varianti adatte a diverse età. L’editoria ludica ha investito nell’innovazione, proponendo giochi che stimolano il pensiero critico, la cooperazione e la creatività. Questo li rende strumenti ricreativi e formativi, capaci di valorizzare competenze trasversali e sociali.

Ci sono dei fatti di cronaca che raccontano di come i ragazzi oggi senza smartphone possano avere delle crisi di astinenza, per questo motivo è consigliato introdurre tali passatempi e allontanare la frenesia da clic e notifiche.

Il divertimento è solo digitale?

È innegabile che i giochi digitali offrano stimoli visivi accattivanti, ambientazioni immersive e un’interazione continua che cattura l’attenzione dei giovani. Le piattaforme videoludiche sono ormai parte integrante del loro tempo libero, e per molti ragazzi rappresentano anche uno spazio di socializzazione.

Ciononostante, non è detto che tutto ciò che è digitale sia sinonimo di divertimento di qualità. Spesso, i giochi virtuali rischiano di isolare, creando un’interazione mediata dallo schermo che non sempre favorisce un’autentica connessione tra le persone. L’esperienza è individuale e tende a generare una gratificazione immediata, seppur non sempre duratura.

Il rischio di dipendenza, l’eccessivo tempo trascorso davanti ai dispositivi e la riduzione delle attività motorie e relazionali sono solo alcune delle criticità associate al gioco digitale. I videogiochi possono essere validi strumenti ludici, se inseriti in un contesto equilibrato e combinati con attività più tangibili e partecipative.

Perché far conoscere i giochi da tavolo ai ragazzi

Introdurre i giochi da tavolo nella quotidianità dei ragazzi significa offrir loro un’alternativa concreta, stimolante e spesso sorprendente. Questi passatempi insegnano a riflettere, pianificare, collaborare, accettare la sconfitta e valorizzare la vittoria senza esasperazioni. Sono attività che mettono in moto l’intelligenza emotiva tanto quanto quella logica, sviluppando competenze sociali fondamentali.

In ambito scolastico, i giochi di società trovano applicazione quali strumenti didattici. Diversi insegnanti li utilizzano per spiegare concetti matematici, storici o linguistici in modo interattivo. Anche nei contesti extrascolastici, per esempio nei centri giovanili o negli ambienti familiari, rappresentano un’occasione per costruire legami, comunicare in modo diretto e favorire il dialogo intergenerazionale.

Giocare con i genitori, i nonni o gli amici in presenza crea ricordi condivisi e momenti di gioia autentica. La ritualità del preparare la partita, distribuire le carte o sistemare i pezzi sul tabellone restituisce al gioco quella dimensione esperienziale e divertente.