Dazi Usa-Ue, intesa su auto, farmaci ed energia: tariffe al 15% e nuove forniture energetiche

Si è chiuso con un accordo l’incontro tra il presidente americano Donald Trump e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, tenutosi a Turnberry, in Scozia. L’intesa segna un passaggio cruciale nei rapporti commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, con l’introduzione di dazi del 15% su diversi prodotti europei esportati negli Usa, tra cui automobili, farmaci e semiconduttori.
Secondo quanto annunciato dalla presidente von der Leyen, la nuova tariffa doganale riguarda “la maggior parte dei settori”, inclusi comparti strategici come quello automobilistico e farmaceutico. “Il 15% non va sottovalutato, ma è il massimo che siamo riusciti a ottenere”, ha dichiarato la presidente della Commissione.
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Un alto funzionario europeo ha precisato che gli Stati Uniti imporranno dazi del 15% anche sui medicinali e sui semiconduttori provenienti dall’Europa. La misura si inserisce nelle indagini condotte dagli Usa ai sensi dell’articolo 232 del Trade Expansion Act del 1962, che autorizza tariffe per motivi di sicurezza nazionale.
Per quanto riguarda il capitolo energetico, il presidente Trump ha annunciato l’intenzione di vendere all’Ue commodities energetiche per un valore stimato di 750 miliardi di euro in tre anni, tra petrolio, gas e nucleare. Tuttavia, da Bruxelles è arrivata la precisazione che tale cifra non rappresenta un impegno diretto della Commissione Europea, in quanto saranno le aziende private a effettuare gli acquisti.
Secondo le autorità europee, quella cifra è basata su un’analisi realistica delle necessità energetiche dell’Unione, anche in considerazione dell’obiettivo di ridurre la dipendenza energetica dalla Russia. Le forniture dipenderanno dalla disponibilità di infrastrutture adeguate e dal tipo di contratto – a lungo termine o su mercato spot – adottato per ciascuna materia prima.
L’accordo non ha mancato di suscitare critiche. Il primo ministro francese François Bayrou ha espresso forte disappunto, definendo la firma dell’intesa “un giorno triste”, in cui “un’alleanza di popoli liberi decide di sottomettersi”, riferendosi al rapporto commerciale stabilito con gli Stati Uniti.