Dichiarato morto, si risveglia dopo 30 minuti: il caso eccezionale della Sindrome di Lazzaro
Un caso sorprendente che sfida ogni aspettativa: un uomo di 78 anni dichiarato morto a causa di un infarto a Marina Velca si risveglia miracolosamente dopo 30 minuti di assenza di battito. La sua storia, simile alla celebre Sindrome di Lazzaro, riaccende il dibattito sulla complessità del nostro corpo e sulle misteriose frontiere tra vita e morte. Ma cosa ci insegna questa incredibile esperienza?

Sembrava tutto finito per un uomo di 78 anni colpito da un infarto a Marina Velca, frazione di Tarquinia, in provincia di Viterbo. Venerdì sera, l’anziano è stato soccorso in condizioni critiche e, dopo vari tentativi di rianimazione da parte del personale del 118, i medici ne avevano constatato il decesso.
Sul posto era intervenuta anche un’eliambulanza, pronta a trasportarlo d’urgenza in ospedale, ma la missione è stata annullata quando i sanitari hanno dichiarato la morte clinica dell’uomo. I familiari erano stati informati e l’elicottero ha fatto rientro alla base.
Leggi anche Odessa sotto attacco: un morto e feriti nei raid russi, Mosca annuncia 71 droni ucraini abbattuti
Mezz’ora più tardi, però, l’incredibile svolta: l’uomo ha improvvisamente riaperto gli occhi e ha ripreso conoscenza. Con lucidità, ha anche telefonato alle figlie per rassicurarle. Subito è stato trasportato in ambulanza all’ospedale per nuovi accertamenti e monitoraggi approfonditi.
L'episodio ha lasciato senza parole l’intera comunità, dove molti hanno parlato di un vero e proprio miracolo. Ma la medicina offre una spiegazione precisa: si tratterebbe di un raro caso di Sindrome di Lazzaro, una condizione che può verificarsi dopo un arresto cardiaco e che porta alla ripresa spontanea della circolazione sanguigna anche dopo che le manovre di rianimazione sono state interrotte.
Questo fenomeno, seppur poco conosciuto, è documentato dalla letteratura scientifica e prende il nome proprio dall’episodio biblico della resurrezione di Lazzaro. I medici invitano alla cautela nel dichiarare la morte in casi di arresto cardiaco, soprattutto quando vengono somministrati farmaci che possono influenzare la risposta del corpo nei minuti successivi.