Bruno, cane eroe ucciso con un'esca piena di chiodi: aveva salvato nove persone
Bruno, il coraggioso cane eroe, ha perso la vita in modo atroce, vittima di un’esca avvelenata con chiodi al centro di addestramento di Taranto. La sua dedizione instancabile nelle ricerche di persone scomparse ha salvato nove vite, trasformandolo in un simbolo di speranza e sacrificio. La sua morte rappresenta una perdita enorme per tutti coloro che credono nel valore del coraggio animale. Ora, è doveroso ricordare il suo straordinario contributo e difendere chi non può parlare.

È stato ucciso con un boccone imbottito di chiodi Bruno, il bloodhound molecolare diventato un simbolo per il suo contributo nelle ricerche di persone scomparse. L’episodio è avvenuto nel centro di addestramento di Taranto, dove il cane si trovava in servizio.
Bruno aveva alle spalle una carriera straordinaria: aveva ritrovato nove persone disperse e per questo era stato premiato personalmente dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che in un messaggio pubblicato su X ha scritto: “Una notizia che stringe il cuore. Un atto vile, codardo, inaccettabile. Grazie per tutto ciò che hai fatto, Bruno”.
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La tragica morte del cane ha suscitato profonda indignazione. Michela Vittoria Brambilla, deputata di Noi moderati e presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli Animali, ha chiesto giustizia: “Chiedo alle forze dell’ordine di compiere ogni sforzo per individuare il responsabile della morte del cane Bruno e far sì che risponda secondo le nuove disposizioni della legge Brambilla”. La norma prevede fino a quattro anni di carcere e una multa fino a 60mila euro per chi uccide un animale con sevizie o causando sofferenze prolungate.
“Un’esca riempita di chiodi – ha spiegato Brambilla – ha provocato a Bruno una morte lunga e dolorosa per emorragia interna. È impensabile che un animale che ha salvato vite umane venga ucciso in modo così brutale. Si tratta di un gesto di inaudita crudeltà”.
Secondo la parlamentare, il gesto non sarebbe stato casuale: “Probabilmente chi ha ucciso Bruno lo ha fatto per uno scopo preciso. Il cane aveva contribuito alle operazioni contro i combattimenti clandestini tra cani, facendo sequestrare diversi esemplari. Per questo è ancora più urgente individuare e punire il responsabile. Lo dobbiamo a Bruno, vittima innocente di una mano ignobile”.