Scarabeo giapponese, allarme in Piemonte e Lombardia: danni gravi a orti, frutteti e giardini

È allarme in Piemonte e Lombardia per l’invasione dello scarabeo giapponese, un insetto altamente infestante che sta colpendo orti, alberi da frutto, aree verdi e fiori. Il suo nome scientifico è Popillia japonica Newman, un coleottero originario di Giappone e Russia orientale, oggi considerato una minaccia per l’intera Europa.
Comparso per la prima volta nel Parco del Ticino nell’estate del 2014, questo insetto si è ormai stabilito in vaste aree di Piemonte e Lombardia e dal 2017 è presente anche in Svizzera. Il coleottero, lungo tra gli 8 e gli 11 mm, si riconosce per il corpo verde metallizzato e le elitre bronzo ramato, che non coprono interamente il dorso. Caratteristici sono i ciuffi di peli bianchi: cinque ai lati dell’addome e due sulla parte terminale delle elitre, utili per distinguerlo da altri coleotteri simili.
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La Popillia japonica è una specie gregaria: gli adulti si riuniscono in grandi gruppi durante le fasi di alimentazione e riproduzione. Attivi da giugno a settembre, con un picco a metà luglio, depongono le uova nel terreno scavando piccole gallerie fino a 10 cm di profondità. Le larve svernano nel sottosuolo, scendendo fino a 20 cm per sfuggire al freddo.
I danni più evidenti sono quelli causati alle foglie: lo scarabeo le scheletrizza partendo dalla sommità delle piante. Quando la popolazione è numerosa, restano solo le nervature principali, mentre fiori e frutti vengono quasi completamente distrutti. Le foglie imbruniscono e cadono, oppure restano secche attaccate alla pianta.
Anche le larve causano gravi danni: si nutrono delle radici sotto la superficie del suolo, soprattutto di graminacee. Questo porta al deterioramento di prati, tappeti erbosi e campi sportivi, con macchie di erba morta visibili a fine estate o inizio autunno. In caso di infestazioni intense, l’intero manto erboso può risultare compromesso.
Il Popillia japonica non rappresenta un pericolo diretto per l’uomo, ma le sue infestazioni comportano gravi perdite economiche e alti costi di contenimento. Attualmente è stato segnalato su oltre 300 specie vegetali, tra cui alberi da frutto, colture orticole, essenze forestali e piante ornamentali, di cui attacca foglie, fiori e frutti.
Per contrastare l’invasione, in Piemonte da luglio inizieranno monitoraggi mirati nelle cosiddette “zone cuscinetto”, dove il coleottero non è ancora stato individuato. Sono già state posizionate 1200 trappole “attract and kill” con esche specifiche e rete impregnata di insetticida per attirare e uccidere l’insetto.
In Lombardia sono in corso ispezioni visive, monitoraggi larvali e trappolaggi, sia per contenere le popolazioni sia per rilevarne l’andamento. I trattamenti avvengono con metodi chimici e biologici. Particolare attenzione è stata riservata all’aeroporto di Malpensa, dove sono stati applicati protocolli fitosanitari differenziati per le aree di carico e scarico. Un piano specifico è stato inoltre avviato per la zona di San Siro, area verde particolarmente vulnerabile alla proliferazione dello scarabeo, anche per la presenza di piste in erba per le corse dei cavalli.