Iran lancia missili ipersonici contro Israele: La battaglia ha inizio

Notte di tensione tra Iran e Israele, con il primo che ha scatenato un attacco su vasta scala. “La battaglia ha inizio”, ha dichiarato l’ayatollah Ali Khamenei, e il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie ha rivendicato il lancio di missili ipersonici.
I Guardiani della Rivoluzione (pasdaran) hanno annunciato l’undicesimo raid dall’inizio della guerra – parte dell’“orgogliosa Operazione Vera Promessa 3” – impiegando missili denominati Fattah-1. Secondo il comunicato ufficiale diffuso dalla televisione di Stato, i missili “hanno fatto tremare i rifugi” israeliani.
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I missili ipersonici, capaci di viaggiare a cinque volte la velocità del suono e compiere manovre in volo, risultano estremamente difficili da intercettare.
Parallelamente, aerei militari israeliani hanno colpito obiettivi in prossimità di Teheran all’alba, dopo aver diramato un avviso ai civili chiedendo loro di evacuare alcune zone. L’esercito israeliano ha confermato di aver colpito siti per la produzione di armi e un impianto per centrifughe nucleari.
Al momento non si segnalano vittime dirette legate a questi ultimi attacchi. Dall’inizio del conflitto, però, le vittime totali sono oltre 200 in Iran e 24 in Israele.
“Nel nome del nobile Haidar, la battaglia ha inizio” ha scritto Khamenei su X (ex Twitter), citando Ali, primo imam sciita. “Dobbiamo dare una risposta forte al regime terrorista sionista. Non mostreremo alcuna pietà ai sionisti”, ha aggiunto il Leader supremo.
Le parole di Khamenei hanno seguito le dichiarazioni dell’ex presidente statunitense Donald Trump, che ha minacciato esplicitamente un possibile attacco al Leader supremo: “Sappiamo esattamente dove si nasconde… è un bersaglio facile, ma per ora è al sicuro. Non è nostra intenzione eliminarlo… almeno non ancora”.
Trump ha esortato a evitare attacchi contro civili o truppe americane, sottolineando che “la nostra pazienza si sta esaurendo” e ha chiesto una resa incondizionata dell’Iran. Ha inoltre precisato che l’opzione di eliminare Khamenei non è esclusa.
Nel frattempo, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha negato l’esistenza di un oscuramento USA su un possibile attacco a Khamenei, ma le comunicazioni tra Trump e Netanyahu hanno alimentato speculazioni su un possibile coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nel conflitto.
Fonti del Wall Street Journal riferiscono che Trump, pur valutando un attacco contro la Repubblica Islamica, non ha ancora preso una decisione finale. Ieri ha partecipato a un briefing nella Situation Room alla Casa Bianca con i suoi consiglieri per la sicurezza nazionale.