Garlasco: e se Alberto Stasi fosse davvero innocente? Possibili errori giudiziari e scenari inediti

Garlasco: e se Alberto Stasi fosse davvero innocente? La recente riapertura del caso e i nuovi accertamenti tecnici hanno riacceso il dibattito su una possibile ingiustizia. Dopo 16 anni di detenzione, emergono elementi che potrebbero cambiare la versione ufficiale dei fatti. La Procura ha già disposto un incidente probatorio con ricostruzioni in 3D, aprendo scenari inediti e interrogativi fondamentali: potrebbe esserci ancora una possibilità di verità nascosta?

garlasco alberto

La riapertura del caso Garlasco ha riacceso i riflettori sulla condanna definitiva di Alberto Stasi, oggi in semilibertà dopo 16 anni trascorsi in carcere per l’omicidio di Chiara Poggi. Nuovi accertamenti, soprattutto genetici e tecnici, tornano a sollevare dubbi rilevanti.

La Procura di Pavia ha disposto un incidente probatorio per il 17 giugno, durante il quale i Ris hanno ricostruito in 3D la villetta dei Poggi con scanner laser e droni, analizzando ogni traccia ematica, impronta e nodo sospetto all’interno dell’abitazione.

Leggi anche Garlasco, nuove analisi sui reperti: impronte, tappetino insanguinato e colazione mai esaminata

Al centro delle contestazioni della difesa ci sono due elementi chiave: il DNA sotto le unghie di Chiara, che secondo una consulenza risalente al 2016 potrebbe appartenere a un altro uomo, non a Stasi.

L’indagine attuale ha infatti portato sotto indagine Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara, dopo che la traccia genetica a suo carico è riemersa in modo inatteso.

L’analisi in 3D spingerà a rivedere gli scenari precedenti: la dinamica dell’omicidio, le posizioni delle tracce, la sequenza dei movimenti, verificando se la ricostruzione originaria – con Stasi come unico aggressore – regga ancora.

Se queste prove emergessero a favore di Stasi, potrebbe configurarsi un clamoroso errore giudiziario. In Italia, un condannato riconosciuto innocente ha diritto a un risarcimento statale, una questione già dibattuta riguardo a questo caso.

Intanto, figure autorevoli come Vittorio Feltri hanno già espresso perplessità: “Due assoluzioni dovevano bastare”, ha detto, definendo il nuovo filone “caos”.

Insomma, il Garlasco bis non è più solo cronaca giudiziaria: è un banco di prova per il sistema, tra rilievi scientifici in evoluzione, incrinature nel metodo d’indagine e – forse – la possibilità di riscrivere una verità definitiva.