Putin prepara una nuova offensiva in Ucraina: obiettivo Donetsk e Sumy per cambiare il corso della guerra

Vladimir Putin si appresta a scatenare una nuova offensiva in Ucraina, con obiettivi chiari: Donetsk e Sumy. L’intento è cambiare le sorti del conflitto e creare le condizioni per futuri negoziati di pace. Secondo un’analisi di The Economist, basata su fonti dell’intelligence ucraina, la Russia pianifica un'operazione estiva che potrebbe avere ripercussioni decisive. La posta in gioco è alta e il mondo osserva attentamente.

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Vladimir Putin si prepara a lanciare una nuova offensiva militare per infliggere un duro colpo all’Ucraina e cercare di orientare il conflitto verso condizioni favorevoli per futuri negoziati di tregua. A rivelarlo è un’analisi di The Economist, basata su informazioni ottenute da fonti dell’intelligence ucraina.

Secondo il rapporto, la Russia punta a un’offensiva estiva con l’obiettivo di spezzare la resistenza ucraina in aree chiave. I primi segnali sono già emersi nella regione di Dnipropetrovsk, al confine con il Donetsk, dove le truppe russe hanno intensificato le operazioni. Questa zona, pur non rientrando tra le cinque regioni rivendicate ufficialmente da Mosca, rappresenta un’escalation strategica significativa.

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Secondo Kiev, la Russia concentrerà le sue forze in particolare nel Donetsk, puntando alle città di Konstantinovka e Pokrovsk. Quest’ultima rappresenta un nodo logistico vitale e potrebbe diventare un trampolino per ulteriori attacchi verso ovest.

L’intelligence ucraina segnala anche un aumento delle attività militari russe nella regione nordorientale di Sumy. Nonostante l’avanzata sia lenta, appare continua. In questa zona, Mosca intenderebbe creare una zona cuscinetto per ridurre la capacità ucraina di colpire il territorio russo con attacchi di droni.

Una volta stabilizzata l’area di Sumy, secondo le previsioni di Kiev, Mosca concentrerebbe risorse e truppe nel Donbass meridionale e nella regione di Zaporizhzhia, spingendo su più fronti per ottenere risultati concreti prima di eventuali negoziati.

In questo scenario, l’Ucraina ribadisce la necessità di un continuo sostegno militare degli Stati Uniti. Il presidente Volodymyr Zelensky, in un’intervista ad ABC News, ha lanciato un nuovo allarme: 20mila missili anti-drone destinati a Kiev sarebbero stati dirottati verso le forze statunitensi in Medio Oriente dall’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump.

Abbiamo seri problemi con i droni Shahed e avevamo contato su quel progetto: 20mila missili anti-Shahed. Non costano molto, ma rappresentano una tecnologia cruciale”, ha dichiarato Zelensky, riferendosi a un accordo raggiunto con l’allora segretario alla Difesa Lloyd Austin durante l’amministrazione Biden.

Il presidente ucraino ha espresso preoccupazione per un possibile calo degli aiuti: “Se l’assistenza americana si fermerà, le possibilità di vittoria della Russia aumenteranno e l’Ucraina subirà perdite gravi”. Zelensky ha anche riferito che Trump avrebbe confidato a persone della sua cerchia che Putin sta vincendo la guerra: “Non credo sia così. Non è una vittoria se devi sacrificare un milione di uomini per guadagnare pochi chilometri”.