Trump-Musk, scontro esplosivo: Sei impazzito. Il tuo nome nei file di Epstein
Lo scontro tra Trump e Musk ha raggiunto un nuovo livello di intensità, tra accuse infuocate e accuse pubbliche che scuotono il mondo dell’alta tecnologia e della politica. Dopo mesi di collaborazione, le tensioni sono esplose, lasciando intravedere un conflitto che potrebbe avere ripercussioni imprevedibili. La domanda ora è: cosa ci riserva questo duello tra due dei personaggi più influenti del panorama globale? La risposta potrebbe cambiare gli equilibri già molto instabili.

Lo scontro tra Donald Trump ed Elon Musk si è trasformato in una rottura totale, consumata tra accuse pubbliche, minacce e colpi durissimi sui social. Dopo mesi di collaborazione all’interno dell’amministrazione, il rapporto tra il presidente degli Stati Uniti e il magnate di Tesla e SpaceX è precipitato.
“Taglio i tuoi contratti, sei impazzito. Sono molto deluso”, ha dichiarato Trump. Musk ha risposto rilanciando con una proposta esplosiva: “È il momento di fondare un nuovo partito politico” e ha collegato Trump ai controversi file di Jeffrey Epstein: “Il suo nome è lì, la verità verrà fuori”.
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Le conseguenze si sono fatte sentire anche in Borsa: le azioni Tesla hanno perso il 14,26%, mentre la Trump Media and Technology Group è scesa dell’8%. Il contrasto è esploso attorno alla riforma fiscale lanciata da Trump, l’One Big Beautiful Act, che secondo il presidente alleggerirà il carico fiscale del ceto medio. Per Musk, invece, si tratta di una misura che aumenterà il deficit e annullerà i risultati del Dipartimento per l’efficienza governativa, da lui guidato per cinque mesi.
“Mi è sempre piaciuto Elon, avevamo un grande rapporto. Non so se lo avremo ancora”, ha detto Trump durante un incontro con il cancelliere tedesco Friedrich Merz. Musk, intanto, ha continuato a lanciare attacchi via X, criticando la legge e chiedendo al Senato di bloccarla. “L’ho aiutato molto, ma sono molto deluso. Lui non ha ancora detto nulla di male su di me, ma sono sicuro che sarà la prossima cosa”, ha aggiunto il presidente.
Poco più di una settimana fa, Musk lasciava ufficialmente il suo ruolo nel governo con una conferenza stampa, promettendo future collaborazioni: “Tornerò come visitatore e collaboratore”. Trump lo aveva elogiato, definendolo “un grande innovatore”. Oggi, il clima è radicalmente cambiato.
Secondo Trump, la vera ragione del malcontento di Musk è la rimozione del mandato sui veicoli elettrici: “Lo sapeva da mesi, ma ora è semplicemente impazzito”. In un post su Truth, Trump ha precisato: “Gli ho tolto il suo mandato sui veicoli elettrici che nessuno voleva. Inoltre, voleva un democratico a capo della NASA. Non ho accettato, ed è arrabbiato”.
Il presidente ha ricordato il sostegno ricevuto da Musk nella campagna elettorale, soprattutto in Pennsylvania: “Ha detto che avevo ragione su tutto, ha fatto campagna per me. Ma penso che avrebbe comunque vinto, anche senza il suo aiuto”.
“Sono molto deluso perché Elon conosceva bene questa legge e non ha mai avuto nulla da ridire, fino a quando ha lasciato l’amministrazione”, ha detto Trump. Poi, un’altra frecciata su Truth: “Il modo più semplice per risparmiare miliardi nel nostro bilancio è tagliare i sussidi e i contratti di Elon. Strano che Biden non l’abbia già fatto!”.
Musk non ha fatto marcia indietro e ha rilanciato su X: “È il momento di sganciare la bomba. Donald Trump è nei file di Epstein. È la vera ragione per cui non sono stati pubblicati. Buona giornata, Donald J. Trump. La verità verrà fuori”.
Il magnate ha anche ripubblicato vecchie dichiarazioni di Trump, ora in contraddizione con l’attuale legge fiscale, accusandolo di dire “bugie” sui veicoli elettrici e prevedendo una recessione nel secondo semestre del 2025 a causa dei nuovi dazi.
Tra un post e un meme, Musk ha scritto: “Senza di me, Trump avrebbe perso le elezioni. Una tale ingratitudine”. Ha ricordato il suo contributo economico alla campagna, con oltre 250 milioni di dollari spesi, e il ruolo decisivo nel successo repubblicano al Congresso.
Infine, Musk ha pubblicato un sondaggio provocatorio: “È il momento di creare un nuovo partito che rappresenti l’80% degli americani moderati?”. L’80% dei votanti ha risposto sì. Per Trump, un chiaro segnale di sfida.