Dl Sicurezza approvato con la fiducia: tensione altissima in Senato tra urla e accuse
Il decreto Sicurezza, approvato con 109 voti favorevoli, ha acceso una vera e propria polveriera in Senato. Tra urla, accuse e proteste simboliche delle opposizioni, l’Aula ha vissuto momenti di altissima tensione, sfiorando la rissa. La decisione ha diviso profondamente la politica, evidenziando le forti divisioni sul tema. Ma quali saranno le conseguenze di questa scelta? È solo l’inizio di un lungo percorso di confronto e polemiche.

Approvato con 109 voti favorevoli, 69 contrari e un astenuto, il decreto Sicurezza ha scatenato un violento scontro politico in Senato, sfiorando la rissa. L’Aula ha vissuto momenti di altissima tensione già dall’inizio della seduta, quando le opposizioni — Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra — hanno occupato simbolicamente il centro dell’emiciclo, con una protesta ispirata agli attivisti ambientali.
Durante i lavori parlamentari, i toni si sono surriscaldati rapidamente, con ripetuti scontri verbali tra maggioranza e opposizione, spesso al limite del contatto fisico. Le critiche si sono concentrate sulle nuove misure introdotte, considerate da molte forze politiche come una deriva autoritaria.
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Francesco Boccia, capogruppo del PD, ha attaccato duramente: «Il governo vuole mettere in carcere bambini figli di detenute, studenti che manifestano e lavoratori in sciopero. Per la destra di Giorgia Meloni la sicurezza si garantisce solo con repressione e carcere. È una vergogna, è una destra da regime».
In difesa del provvedimento è intervenuto il relatore Alberto Balboni (Fratelli d’Italia), che ha chiarito: «Non si tratta di carcere per bambini, ma di istituti a custodia attenuata per madri detenute, dove i piccoli vivono meglio che per strada, sfruttati per l’accattonaggio». Le sue parole hanno però innescato una nuova ondata di proteste, culminata in un momento di forte scontro quando ha equiparato retoricamente le opposizioni alla criminalità organizzata, evocando le visite ai detenuti mafiosi e terroristi.
Dure le reazioni, tra cui quella del leader di Azione Carlo Calenda, che si è rivolto a Balboni gridando: «Se vuoi fare il fascista ci vediamo a Colle Oppio. Non puoi accostarmi alla criminalità organizzata». È stato fermato dai commessi a pochi passi dal relatore. Anche Peppe De Cristofaro (Avs) e diversi senatori del PD hanno attaccato Balboni con toni accesi.
Roberto Scarpinato (M5S), ex magistrato, ha denunciato in Aula la nomina di Filippo Ferri a questore di Monza, ricordando la sua condanna definitiva per i fatti del G8 di Genova. «Il M5S metterà tra i primi punti del suo programma l’abrogazione di questa legge», ha annunciato, fra le interruzioni e le proteste.
La tensione ha costretto la presidenza del Senato a intervenire con ben due censure a carico di Balboni. Alla fine, il decreto Sicurezza è stato approvato con voto di fiducia attorno all’ora di pranzo, alla presenza dei ministri Nordio, Salvini, Ciriani e Calderoli. Fratelli d’Italia e Lega hanno subito celebrato il via libera con flash mob davanti a Palazzo Madama.
Il provvedimento introduce 14 nuovi reati e diverse aggravanti, tramite decretazione d’urgenza. Tra gli obiettivi: rafforzare il contrasto a terrorismo, criminalità organizzata, occupazioni abusive e manifestazioni violente, vietare la diffusione della cannabis light e tutelare le forze dell’ordine. Le opposizioni parlano di stretta repressiva e di uno Stato sempre più di polizia. «Ci stanno portando in una deriva antidemocratica», ha dichiarato De Cristofaro.
Le opposizioni occupano l’aula del senato in protesta al dl sicurezza
