Guerra a Gaza: escalation di violenze e appelli internazionali per una tregua

La crisi a Gaza continua a intensificarsi, con un tragico bilancio di vittime e appelli urgenti per una tregua. Il 2 giugno 2025 ha portato nuova sofferenza, mentre le forze israeliane intensificano i raid nella Striscia. La comunità internazionale guarda con preoccupazione, chiedendo azioni immediate per fermare la violenza e proteggere i civili innocenti.

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Gaza – Il 2 giugno 2025 ha segnato un'altra giornata di sangue nella Striscia di Gaza, con almeno 45 morti causati dai raid israeliani. Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno intensificato l'offensiva terrestre, colpendo diverse aree, tra cui Jabalya, dove sei bambini hanno perso la vita in un bombardamento su un'abitazione.

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha espresso profonda indignazione per l'uccisione di civili mentre cercavano aiuti umanitari. Ha richiesto un'indagine "immediata e indipendente" sugli eventi, sottolineando che è inaccettabile che i palestinesi rischino la vita per procurarsi cibo. Guterres ha ribadito che Israele ha obblighi chiari, ai sensi del diritto internazionale umanitario, di facilitare l'accesso agli aiuti e garantire la sicurezza delle operazioni umanitarie.

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Nel frattempo, Hamas ha dichiarato la disponibilità a riprendere i colloqui per una tregua, con l'obiettivo di raggiungere un accordo sui punti ancora in discussione. Tuttavia, il ministro della Difesa israeliano ha affermato che l'IDF continuerà l'avanzata a Gaza, indipendentemente da qualsiasi negoziato in corso.

La situazione umanitaria nella Striscia continua a deteriorarsi. Il ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, ha riportato che almeno 27 persone sono state uccise e 90 ferite dalle forze israeliane mentre attendevano gli aiuti a Rafah. Alcuni dei feriti versano in condizioni critiche. L'IDF ha dichiarato di aver aperto il fuoco dopo un iniziale "fuoco di avvertimento" contro alcuni "sospetti" che si erano avvicinati alle forze a circa 500 metri da un sito di distribuzione di aiuti umanitari nella zona.

In Italia, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha definito "disumano" ridurre alla fame un'intera popolazione, dai bambini agli anziani, e ha espresso preoccupazione per l'erosione dei territori attribuiti all'autorità nazionale palestinese. Ha sottolineato che i palestinesi hanno diritto al loro focolare entro confini certi.

La comunità internazionale continua a monitorare con attenzione gli sviluppi del conflitto, mentre crescono gli appelli per un cessate il fuoco e per l'accesso sicuro agli aiuti umanitari per la popolazione civile di Gaza.