Dan nuovo presidente in Romania: sconfitto Simion, affluenza al 65% e tensioni sul voto estero
Nicusor Dan è prossimo a diventare il nuovo presidente della Romania, sconfiggendo George Simion con il 54,15% dei voti e un'affluenza superiore al 65%. La vittoria è stata segnata da una forte partecipazione dei giovani e tensioni sul voto estero, mentre Simion ha contestato i risultati.

Il sindaco europeista Nicusor Dan si avvia alla presidenza della Romania dopo il secondo turno delle elezioni. Con il 94,6% delle schede scrutinate, Dan ha raccolto il 54,15% dei voti contro il 45,85% dell’ultraconservatore George Simion. L'affluenza ha superato il 65%, spinta dalla mobilitazione nei grandi centri urbani e dall’alto coinvolgimento dei giovani elettori.
Simion contesta il risultato: "Io ho vinto, ho 400mila voti in più"
George Simion ha respinto la validità degli exit poll che lo danno in svantaggio, dichiarandosi lui stesso vincitore: "Io sono il nuovo presidente e restituisco il potere ai romeni", ha affermato, sostenendo che i suoi calcoli interni lo vedrebbero avanti con almeno 400.000 voti.
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Nei seggi all’estero, che contano per il 36,6% del totale, è stato Simion a ottenere la maggioranza con il 55% contro il 45% di Dan. Proprio questa discrepanza ha sollevato dubbi sull’attendibilità degli exit poll, che secondo The Guardian "non sembrano considerare pienamente il voto della diaspora".
Dopo la diffusione dei primi dati, Dan ha dichiarato: "I romeni vogliono il dialogo, non l’odio", elogiando la "forza impressionante della società romena".
Accuse di disinformazione e sospetti di ingerenze russe
Nel pieno della tensione elettorale, il governo romeno ha denunciato una massiccia campagna di disinformazione condotta attraverso i social, in particolare su Telegram. Bucarest ha parlato di un tentativo di manipolazione del voto con possibili tracce di interferenza russa, secondo un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri su X.
Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, aveva accusato - senza nominarla esplicitamente - la Francia di voler "zittire le voci conservatrici" nel Paese. Da Parigi è arrivata una risposta ufficiale: "Accuse infondate che respingiamo totalmente", ha dichiarato un portavoce del governo francese.