Il Guardian attacca Harry: Non è una vittima, è solo un ricco che si lamenta

Il principe Harry "voleva una nuova vita e l’ha ottenuta. Non è più un membro attivo della famiglia reale, ma un uomo ricco. Sua Altezza Ricca". Con questa frase Marina Hyde apre un editoriale pungente sul Guardian, criticando la richiesta del duca di Sussex – respinta in appello – di ottenere protezione di Stato per sé e la sua famiglia quando si trovano nel Regno Unito.
Nel pezzo, la columnist attacca l’intervista rilasciata da Harry alla BBC dopo la sentenza: "Un tentativo di dipingere le sue scelte come vittimismo. È sembrata quasi trumpiana, pur senza l’abilità comunicativa di Trump". Secondo Hyde, il duca avrebbe lasciato intendere l'esistenza di una cospirazione dell’establishment, atteggiandosi a vittima delle proprie decisioni e sostenendo che la legge dovrebbe piegarsi alla volontà della sua famiglia.
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Hyde ironizza: "Essere ricchi è una fortuna, ma non si vede Beyoncé lamentarsi nei talk show dei costi per la sicurezza. Lei sa che fa parte del prezzo del suo status. Harry dovrebbe capirlo: le regole ora sono diverse".
L’editorialista ricorda anche l'intervista con Oprah, in cui Harry rivelò gli accordi milionari con Netflix (100 milioni di dollari) e Spotify (20 milioni), giustificandoli come suggerimenti ricevuti dopo che la sua famiglia gli aveva “tagliato i fondi”: "Doveva mantenere la sicurezza per la famiglia", aveva detto.
Hyde prosegue: "Non molte celebrità vanno in tv a dire: 'Ho fatto questo film perché dovevo pagare la mia ossessione per le ossa di dinosauro'. L’ironia è che Harry continua a esporsi ai media che detesta. Potrebbe smettere, se davvero lo volesse. Ma forse vuole solo creare conflitti redditizi, utili per un nuovo documentario. Sta capendo come funziona la sua vita da imprenditore?".