Meloni prepara il piano anti-dazi in vista dell’incontro con Trump: 25 miliardi alle imprese e pressing UE per zero per zero

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Destinare 25 miliardi di euro a sostegno delle imprese italiane per contrastare i dazi imposti da Donald Trump ai prodotti europei: è l’obiettivo con cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha convocato a Palazzo Chigi le principali categorie produttive. Le risorse proverranno dalla rimodulazione di Pnrr e fondi di coesione, per affrontare gli effetti delle nuove tariffe statunitensi, in vista del colloquio con l’ex presidente USA previsto per il 17 aprile alla Casa Bianca.

Meloni punta a un accordo di “zero per zero” sui dazi industriali tra UE e USA. La proposta include un “patto” con le parti sociali e l’attivazione di tavoli di lavoro per potenziare la competitività italiana. Il piano prevede 14 miliardi da riprogrammare nel Recovery Plan per sostenere occupazione e produttività, oltre a 11 miliardi dai fondi di coesione destinati ai settori più colpiti.

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Ulteriori fondi potranno arrivare da una revisione del Piano per il clima, che assegna all’Italia 7 miliardi per il periodo 2026-2032, da utilizzare per ridurre i costi energetici di famiglie e micro imprese. La strategia è stata presentata durante una serie di incontri con la presenza dei vicepremier Tajani e Salvini, diversi ministri e rappresentanti di Confindustria, Ice, Cnmi, PMI e agroalimentare, settore tra i più colpiti.

Il governo esclude un approccio allarmistico e respinge l’ipotesi di “guerra commerciale”, promuovendo anche una revisione delle regole europee su sburocratizzazione e Green Deal. Meloni chiede alla UE un “regime transitorio” sugli aiuti di Stato, maggiore flessibilità sul Pnrr e interventi per limitare l’impatto della sovrapproduzione asiatica, sostenendo la proposta di von der Leyen di una task force per monitorare le importazioni.

Altro asse d’azione è la promozione del Made in Italy, sia all’estero che sul mercato interno. Tajani, dal canto suo, evidenzia come i rapporti con Trump possano favorire un’intesa transatlantica. Bruxelles intanto valuta l’attivazione del bazooka anti-coercizione, finora inutilizzato, ma l’Italia spera di evitarlo, confidando in una soluzione diplomatica.