Terremoto in Myanmar: oltre 1.600 morti, nuovi crolli a Bangkok e 83 dispersi

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Il Myanmar continua a essere colpito da forti scosse di assestamento dopo il violento terremoto di magnitudo 7.7 registrato il 28 marzo. L’Istituto Geosismico Statunitense (Usgs) ha rilevato nella notte un nuovo sisma di magnitudo 5.1 nei pressi della capitale Naypyidaw e una scossa di magnitudo 4.2 avvenuta poche ore prima a nord di Mandalay. Il bilancio aggiornato è di almeno 1.644 vittime e oltre 3.400 feriti, ma si teme un aumento significativo a causa della densità abitativa delle aree coinvolte e della vulnerabilità degli edifici.

In Thailandia, il sisma ha avuto gravi ripercussioni anche nella capitale. A Bangkok, le autorità hanno confermato 17 morti, 32 feriti e 83 dispersi, per lo più operai coinvolti nel crollo di un grattacielo di 30 piani in costruzione nel distretto di Chatuchak. I soccorsi sono ancora in corso.

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Il National Unity Government (NUG), governo ombra del Myanmar in opposizione alla giunta militare al potere dal colpo di Stato del 2021, ha annunciato una tregua unilaterale di due settimane per le operazioni militari offensive nelle zone colpite dal terremoto. Il cessate il fuoco esclude le operazioni difensive. Nonostante la catastrofe, la giunta ha proseguito le offensive contro i gruppi ribelli. Il Relatore Speciale delle Nazioni Unite per il Myanmar, Tom Andrews, ha invitato la giunta a sospendere immediatamente tutte le attività militari.

Danni gravi sono stati riportati anche a infrastrutture critiche, tra cui ponti, ospedali e aeroporti, rallentando l’arrivo degli aiuti internazionali. Squadre di soccorso e materiali di emergenza sono stati inviati da India, Cina, Thailandia, Malesia, Singapore e Russia. I volontari e le autorità locali stanno lavorando per portare assistenza alle migliaia di sfollati.