Donald Trump e Vladimir Putin tra minacce e attese
Donald Trump e Vladimir Putin sono protagonisti di un negoziato caratterizzato da tensioni e incertezze. Gli Stati Uniti e la Russia potrebbero avviare un dialogo telefonico nei prossimi giorni, seguito da un incontro diretto, secondo quanto riportato da media e osservatori. La condizione necessaria per un possibile accordo sembra essere il ritorno di Trump alla Casa Bianca, considerato cruciale per una svolta nella guerra in Ucraina.
Nonostante le dichiarazioni di apertura, entrambi i leader aspettano che sia l’altro a compiere il primo passo. Trump ha intensificato la pressione con minacce economiche, dichiarando su Truth che, in assenza di un accordo, imporrà sanzioni e dazi su prodotti russi, sollecitando Putin a fermare la guerra.

Dal Cremlino, Dmitry Peskov ha minimizzato le parole di Trump, sottolineando che l’ex presidente aveva già adottato misure sanzionatorie durante il suo primo mandato. Peskov ha aggiunto che Mosca rimane in attesa di segnali concreti da parte degli Stati Uniti, lasciando intendere che l’iniziativa debba partire da Trump.
Le dichiarazioni del presidente americano hanno alimentato la retorica anti-Ucraina tra i sostenitori di una linea dura a Mosca, dove alcuni ritengono che il progressivo avanzamento militare e una possibile riduzione degli aiuti statunitensi a Kiev possano portare a ulteriori conquiste territoriali. Secondo l’analista Sergei Markov, una svolta potrebbe arrivare entro l’autunno, con condizioni più favorevoli per la Russia.
Il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha ipotizzato una limitata finestra di opportunità per raggiungere un’intesa con l’amministrazione Trump. Tuttavia, le richieste di Putin, che includono la neutralità e la demilitarizzazione dell’Ucraina, oltre al controllo russo sui territori annessi, rendono il negoziato complesso. Mosca ha anche proposto una revisione della sicurezza europea, includendo il ritiro delle infrastrutture NATO ai suoi confini.
Yuri Ushakov, consigliere del Cremlino, ha ribadito l’importanza di una pace duratura che rispetti gli interessi russi, mentre Nikolai Patrushev ha prospettato scenari drammatici per l’Ucraina e la Moldova, ipotizzando un possibile collasso entro l’anno.
Nonostante il pessimismo di molti analisti, alcuni vedono nel dialogo un'opportunità, grazie agli appelli di Trump per porre fine al conflitto e alla possibilità di tagliare gli aiuti militari all’Ucraina. Tuttavia, all’interno del Partito Repubblicano emergono voci critiche che temono che un eventuale accordo possa favorire Putin, permettendogli di ottenere ciò che desidera.
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Inoltre, ha svolto un ruolo cruciale nel consolidare le relazioni con l'Arabia Saudita, portando all'accordo OPEC+ sull'andamento dei prezzi del petrolio.