Gas russo: l'Europa affronta l'interruzione delle forniture attraverso l'Ucraina

Il 1º gennaio 2025, Gazprom ha interrotto le forniture di gas naturale verso l'Europa attraverso l'Ucraina, segnando la fine di un accordo di transito in vigore dal 2019. Questa decisione è stata presa dopo che l'Ucraina ha rifiutato di rinnovare il contratto, sostenendo che i proventi avrebbero finanziato gli sforzi bellici russi.
Negli ultimi anni, l'Unione Europea ha ridotto significativamente la sua dipendenza dal gas russo, passando da 150 miliardi di metri cubi annui a circa 15 miliardi. Tuttavia, alcuni Paesi dell'Europa centrale, come Ungheria ed Eslovacchia, risultano particolarmente colpiti da questa interruzione, data la loro limitata capacità di accedere a forniture alternative.
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In Moldavia, la regione separatista della Transnistria ha subito gravi conseguenze, con interruzioni nell'erogazione di riscaldamento e acqua calda a causa della cessazione delle forniture di gas.
Nonostante l'interruzione, la Commissione Europea ha dichiarato che l'UE dispone di fonti alternative sufficienti per compensare la mancanza di gas russo. Negli ultimi anni, l'Europa ha incrementato le importazioni di gas naturale liquefatto (GNL) da Stati Uniti, Qatar e Australia, rafforzando la propria sicurezza energetica.
L'interruzione delle forniture attraverso l'Ucraina rappresenta una svolta significativa nelle relazioni energetiche tra Russia ed Europa, evidenziando l'importanza per l'UE di diversificare ulteriormente le proprie fonti energetiche e ridurre la dipendenza da fornitori geopoliticamente instabili.